Un documento dei parlamentari per chiedere a Berlusconi di non appiattirsi sulle posizioni di Salvini. Dei 55 che avevano partecipato alla cena di fine estate solo in 24 lo firmano. I calabresi prendono tempo e temono che le scelte della vicepresidente della Camera possano indebolire ancora di più la candidatura di Occhiuto
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In Forza Italia si sbanda in maniera sempre più pericolosa. Con il partito ai minimi storici nei sondaggi, e anche alle urne in Umbria, in tanti sono già sull’uscio, pronti ad abbandonare prima che sia troppo tardi.
Tra questi sicuramente c’è la vicepresidente della Camera Mara Carfagna, che pare ormai avere rotto con Silvio Berlusconi, ma che ha perso la lucidità iniziale e anche parte delle truppe con le quali voleva abbandonare gli azzurri in direzione Italia Viva.
Adesso, proprio quando la rottura con il Cavaliere si è esasperata, complice il corto circuito sul caso Segre, Carfagna ha escluso il coinvolgimento nel nuovo progetto di Matteo Renzi. Nello stesso tempo ha fatto riprendere i contatti con Giovanni Toti che il partito lo ha già abbandonato da qualche mese.
Un momento di confusione pagato assai caro dalla Carfagna. Dopo l’astensione azzurra sulla Segre è stato fatto circolare un documento con il quale si chiede a Silvio Berlusconi un cambio netto di direzione politica, adesso troppo schiacciata su Matteo Salvini. Tale documento sarebbe stato firmato da 24 parlamentari (8 i senatori), in luogo dei 55 che avevano partecipato alla famosa cena di settembre. Evaporati i calabresi che, invece, avevano preso parte alla prima fase della strategia della Carfagna con la quale hanno avuto da sempre un rapporto privilegiato.
Meglio prendere tempo, il ragionamento di Jole Santelli e compagnia, che sperano ancora nelle possibilità di candidare uno dei fratelli Occhiuto.
Lo spostamento di Mara Carfagna verso Toti, del resto, avrebbe solo effetti negativi per il gruppo calabrese che si troverebbe ad avere a che fare con un altro fido alleato di Matteo Salvini che ha già detto il suo No granitico a Mario Occhiuto. Non solo. Vicinissimi a Toti rimangono sempre i fratelli Gentile che con il loro gruppo sono stati sempre in contrasto con l’ipotesi di candidatura del sindaco di Cosenza, appoggiando invece l’alternativa Sergio Abramo.
Una situazione caotica, insomma, che non facilita le operazioni del partito calabrese che trova sempre più ostacoli nell’ipotesi di candidatura decisa ormai molto tempo fa e che pare indebolirsi ogni giorno di più. Almeno come candidatura da intendersi all’interno della coalizione di centrodestra. Sempre in ballo, invece, rimane l’ipotesi di una candidatura autonoma, civica, fuori dai simboli. Una posizione perfettamente speculare a quella dell’altro Mario, Oliverio, che ormai ha rotto definitivamente con il Pd. Il risultato finale dell’attuale e convulsa fase politica potrebbe essere quello di avere due centrosinistra e due centrodestra in competizione alle prossime regionali.
Riccardo Tripepi