Regionali, Di Maio infiamma Lamezia: «Ci danno per finiti ma non è così»

Il capo politico dei Cinque stelle è intervenuto nella città della piana a sostegno di Aiello. Dal palco, il candidato alla presidenza della Regione lancia la campagna Adotta un astenuto

di Tiziana Bagnato
18 gennaio 2020
17:28
M5s, Di Maio a Lamezia
M5s, Di Maio a Lamezia

In circa 500 hanno accolto a piazza San Domenico il capo politico dei Cinque stelle Luigi Di Maio a Lamezia Terme per sostenere la corsa alle Regionali di Francesco Aiello. «Ci danno per morti, per finiti- ha dichiarato dal palco Di Maio -ma sapete bene che non è così. Nonostante le liste siano chiuse ancora ci chiamano e ci strattonano per farci appoggiare questo o quel candidato. Ma con che coraggio potremmo sostenere chi ha rovinato la Calabria?».

I 5s con Aiello

Sul palco a supportare il docente universitario tanti parlamentari del movimento Cinque Stelle, grande assente Nicola Morra che ha ufficializzato il suo mancato appoggio ad Aiello per la vicenda del cugino defunto, boss del clan del Reventino. «Comunque andrà entreranno per la prima volta nella storia dell’Italia dei consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle in Calabria. Non ce li avevamo. Era l’unica regione italiana cui non li avevamo» ha detto Di Maio che  ha rivolto un abbraccio all’Arma dei Carabinieri e al procuratore Gratteri per «le retate e gli arresti di queste settimane che ci permettono di ricordare che lo Stato può sconfiggere la ‘ndrangheta e la mafia, ma dobbiamo sostenere le forze dell’ordine e liberarci della politica corrotta». 



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Poi l’appello a non astenersi e a ricordare come un voto non dato contribuisca a rendere più forte la ‘ndrangheta: «Queste elezioni si giocano su quanti andranno a votare. Se andrà a votare la metà dei calabresi in quella metà i voti della ‘ndrangheta conteranno. La più grande retata la potete fare voi nella cabina elettorale il 26 gennaio».

Il tema della Sanità

Tra i tanti temi toccati da Di Maio, che non è stato per nulla parsimonioso ed ha parlato a lungo dal palco, quello della sanità: «Vi invito a lanciare una sfida a tutti i candidati: “io ti voto se mi assicuri che cambi la legge sulla sanità e dici che nessun politico potrà nominare i direttori degli ospedali della Asl”. Abbiamo messo due miliardi di euro sulla sanità, ma fino a quando a spenderli saranno nelle regioni quelli nominati dalla politica regionale si continueranno a sprecare. La Costituzione dice che la sanità è di esclusiva gestione regionale e domenica prossima voi deciderete chi dovrà spendere quei soldi». 


La campagna adotta un astenuto


Il capo politico dei Cinque Stelle ha anche parlato della futura ristrutturazione del movimento: «Negli Stati Generali potremo rilanciare e riorganizzare il movimento. Abbiamo approvato tante leggi che erano la nostra identità, ci sono ancora tante cose da fare. Per la prima volta dopo dieci anni di storia del movimento ci rivedremo tutti insieme il 15 marzo per mettere finalmente in piedi una nuova carta dei valori e un’organizzazione più efficace».


Il candidato alla presidenza della Regione Francesco Aiello ha lanciato, invece, dal palco la campagna "adotta un astenuto" simboleggiata da una matita, invitando tutti a convincere a votare chi non vuole recarsi alle urne. Per Aiello gli altri candidati stanno volutamente evitando qualunque confronto con lui e lo stanno copiando in ogni tema e sollecitazione sollevata.

«Ci sono delle narrazioni che vogliono questa candidatura come la lotta politica solo di Francesco Aiello  - ha affermato -  ma io ogni giorno sono con tanti portavoce e non solo. E sono molti. Non esiste che in questa regione una proposta politica sia supportata da una compagine di parlamentari così alta, non è mai accaduto, nemmeno ai tempi in cui qui dominava la Democrazia Cristiana. Il nostro obiettivo è scalare la regione, sullo sbarramento dell’otto per cento nemmeno ho voglia di discutere. Dobbiamo allargare la fascia di riferimento, dobbiamo adottare un astenuto e convincerlo che la penna è uno strumento di cambiamento che responsabilizza chi lo possiede. È lo strumento del cambiamento».

 

Giornalista
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