Se tanto mi dà tanto, la Calabria dovrebbe seguire la stessa strada che in queste ore Luigi Di Maio sta tracciando per l’Umbria. “Un patto civico”: è questa la proposta che il capo politico del M5s lancia in vista delle elezioni regionali, e lo fa attraverso una lettera aperta alla Nazione, il principale quotidiano toscano, particolarmente diffuso anche nella vicina Umbria.
«Tutte le forze politiche - si legge nel suo messaggio - facciano un passo indietro e lascino spazio a una giunta civica, che noi sosterremo solo con la presenza in consiglio regionale, senza pretese di assessorati. Ognuno correrà con il proprio simbolo in sostegno di un presidente civico, fuori dalle appartenenze partitiche, e con un programma comune».
Insomma, la strada è tracciata e il parallelismo con la Calabria è automatico. Anche da queste parti, come in Umbria, governa il Pd; e anche da queste parti, come in Umbria, il governatore è indagato. L’unica differenza sostanziale è che la presidente Catiuscia Marini si è dimessa alla fine di maggio, mentre Mario Oliverio resiste e non sembra intenzionato a fare passi indietro, nonostante il Partito democratico gli abbia dato da tempo il benservito.

 

«L'Umbria - aggiunge Di Maio, allargando il discorso anche ad altre realtà italiane - può essere la culla di un nuovo modo di innovare la politica a partire dal locale, di un nuovo modo di fare imprenditoria coinvolgendo i giovani e il territorio». Nel suo scritto Di Maio lancia «un appello chiaro a tutte le forze politiche che hanno a cuore il bene comune: facciamo tutti un passo indietro» mentre «tutti gli umbri di buona volontà ne facciano uno in avanti».
Parole che calzano come un guanto anche per la Calabria, dove le resistenze ad un’alleanza con il Pd sono emerse prepotentemente all’indomani della formazione del Conte bis. Tra i parlamentari Cinquestelle, infatti, soltanto il deputato Francesco Sapia è stato cautamente possibilista su un accordo con i democrat, a patto però di allontanare definitivamente Mario Oliverio, considerato comprensibilmente l’ostacolo maggiore a qualunque parvenza di rinnovamento. Quasi tutti gli altri big pentastellati, da Laura Ferrara a Nicola Morra, da Anna Laura Orrico a Bianca Laura Granato, hanno escluso alleanze col Pd, mettendo avanti quanto già deciso dagli iscritti alla piattaforma Rousseau, che a luglio si sono espressi ammettendo accordi alle amministrative solo con liste civiche.

 

E il “civismo” torna ora nelle parole di Di Maio, foglia di fico perfetta per promuovere un’intesa che altrimenti sarebbe molto difficile da far digerire, più di quanto sia risultata indigesta quella per Palazzo Chigi. In Umbria, dice il nuovo ministro degli Esteri, “ognuno correrà con il proprio simbolo in sostegno di un presidente civico”. La scelta di un nome inclusivo, che possa apparire abbastanza “grillino” senza esserlo davvero, è dunque fondamentale anche in Calabria.

 

In questa prospettiva, i due personaggi che sembrano incarnare al meglio questo profilo sono l’ex capo della Protezione civile, Carlo Tansi, acerrimo nemico di Oliverio e dell’establishment regionale, e l’imprenditore Pippo Callipo, che nelle ultime ore ha messo in cassaforte la nomina a sottosegretario di Orrico, da sempre a lui molto vicina sia professionalmente che politicamente. Sarebbe davvero una singolare coincidenza se alla fine della fiera quelli che dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, dovessero rivolgersi proprio al re del tonno in scatola, Callipo appunto, per chiudere l’era Oliverio.


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