Le prossime elezioni regionali, complice la batosta in Umbria, continuano a creare fibrillazioni nel M5S. Con o senza il Pd nelle vesti di alleato. La settimana prossima il capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, tornerà a vedere i parlamentari di Calabria ed Emilia Romagna per sciogliere la riserva e decidere la linea da tenere. Sul fronte calabrese, in particolare, spirano venti di guerra, con deputati e senatori polemici con Di Maio e divisi tra loro, uniti per lo più solo sul disco rosso al Pd, un 'no' che avevano già espresso in un documento stilato ancor prima della débâcle umbra.



Tra gli eletti nelle liste calabresi in molti dichiarano di essere pronti ad 'ammutinarsi' nel caso in cui il Movimento dovesse decidere di non ritirarsi dalla corsa - anche questa è un'ipotesi sul tavolo - e affrontare le urne. «La campagna elettorale? Se la fanno loro», il ragionamento che rimbalza, da giorni ormai, tra deputati e senatori calabresi, racconta l'Adnkronos.

 

E intanto torna a far discutere la candidatura di Dalila Nesci, deputata calabrese che, durante la kermesse grillina di Italia 5 Stelle, ha affrontato il garante Beppe Grillo chiedendogli di considerare la sua autocandidatura, nonostante in conflitto con le regole grilline. Nesci, a quanto apprende l'Adnkronos, ha riproposto la sua corsa durante l'incontro con Di Maio, incassando un No a tutto tondo. Uno stop, quello del capo politico del Movimento, che ha indotto Nesci a tirare in ballo il 'caso Cancelleri', generatore di diversi malumori e contro il quale di recente aveva puntato il dito, via social, anche l'ex ministra Barbara Lezzi.

 

Nominato viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti nel Conte bis, Giancarlo Cancelleri ha infatti lasciato il suo posto nel Parlamento regionale siciliano, l'Ars, salutando Palermo per Roma. E generando parecchio dissenso all'interno del Movimento. Ma la sostituzione di Cancelleri, avrebbe spiegato Di Maio a Nesci, non ha aperto nessun 'buco nero', mentre la corsa della deputata in Calabria creerebbe un 'precedente', con possibili deleghe che, nel prossimo futuro, potrebbero essere chieste da altri eletti grillini: «Vedi Lezzi in Puglia il prossimo anno», il ragionamento di alcuni senatori a Palazzo Madama.

 

Ma la partita è ancora lunga, sebbene già la prossima settimana il M5S confidi di sciogliere la riserva, decidendo del futuro nelle due regioni più prossime al voto. I nomi che circolano per ora sono sempre gli stessi, quelli del medico ambientalista Ferdinando Laghi - «difficile però possa accettare», spiega una fonte grillina di primo livello - e dell'imprenditore del tonno Pippo Callipo, che tuttavia crea parecchie divisioni nel Movimento. L'ex prefetto Giuseppe Gualtieri, altro nome circolato con insistenza negli ultimi mesi, difficilmente accetterebbe una candidatura in quota M5S senza l'accordo col Pd.