In vista della nomina dei sottosegretari del Conte bis, il governatore ombra della Calabria starebbe trattando con il Pd per poi agevolare un accordo con il M5s anche a livello locale. Intanto i Cinquestelle si preparano a fare le proprie mosse, con Laura Ferrara e Anna Laura Orrico che accelerano convocando una riunione plenaria a Rende
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Siamo ancora alle ipotesi, ma diversi segnali consentono di diradare un po’ la nebbia che ancora avvolge le elezioni regionali, che con tutta probabilità si terranno a gennaio, anche se non è ancora esclusa matematicamente la possibilità che si voti a novembre.
Mario non si sposta
L’incertezza sulla data del voto è diretta conseguenza del caos che domina nei partiti, a cominciare dal Pd che non riesce a scrollarsi di dosso l’ingombrante ostinazione del governatore uscente Mario Oliverio, deciso a ricandidarsi contro tutto e tutti. A lui spetta fissare la data della prossima tornata elettorale, sebbene la scadenza naturale del mandato sia a novembre. Oliverio insiste e persiste, affermando che a decidere sulla sua candidatura devono essere i cittadini. Ma le primarie il suo partito non le vuole, nella consapevolezza che da queste parti le carte della consultazione preelettorale sono sempre state truccate con tesseramenti farlocchi e risultati decisi a tavolino. E a quel tavolino siede ancora Oliverio, il quale, per aggirare il niet del Nazareno, ha avviato l’iter delle costose primarie istituzionali, quelle previste da una vecchia legge regionale che non ha mai funzionato. Nel 2014 fu il leader del movimento dei Diritti civili, Franco Corbelli, a pretenderle, salvo poi rinunciare a causa del suo isolamento e del preventivato costo esorbitante, circa 2 milioni di euro. Oggi il governatore sembra intenzionato a far pagare questa “tassa” ai calabresi, pur di costruire una parvenza di legittimazione per una ricandidatura che non trova sponda nell’opinione pubblica, decisamente ostile alla deludente Legislatura che sta per concludersi.
Adamo staziona nella Capitale
Un viale del tramonto che il governatore ombra, il potentissimo ex consigliere regionale Nicola Adamo, non vuole percorrere con Oliverio. Da giorni viene avvistato nella Capitale, dove pare stia trattando un posto di sottosegretario per la moglie, la parlamentare Enza Bruno Bossio. In cambio, Adamo sarebbe pronto a dare il suo placet a un accordo tra Pd e M5s anche in Calabria, abbandonando Oliverio al suo destino.
La presenza del governatore, infatti, strozza per ora qualunque ipotetico accordo tra i partiti di governo, destinati giocoforza a replicare a livello regionale l’intesa che ha consentito la nascita del Conte bis. Ma a tutto c’è un limite, e con Oliverio ancora in campo l’auspicata discontinuità rispetto al passato non ha alcuna credibilità.
Cinquestelle in ordine sparso
In attesa che si trovi la via d’uscita, gli abbottonatissimi Cinquestelle procedono in ordine sparso, alimentando soprattutto aspettative personali. In questo senso, la deputata Dalila Nesci avrebbe chiesto formalmente la deroga al limite dei due mandati, per potersi proporre alla guida della Regione. Una richiesta che potrebbe essere disinnescata affidandole un incarico di sottogoverno nella prossima infornata di sottosegretari.
D’altronde la Nesci, che da tempo non fa mistero di questa sua ambizione, è poco spendibile come candidata presidente, avendo collezionato negli ultimi tempi diverse performance negative, a cominciare dalla sconfitta alle politiche nel proprio collegio uninominale (salvo essere poi essere ripescata grazie al listino del proporzionale) e dall’incapacità di promuovere una propria lista alle comunali di Tropea, la sua città, dove i Cinquestelle non si presentarono. Su di lei pesa anche il ricordo della buccia di banana sulla quale fece scivolare rovinosamente l’ex ministro della Salute, Giulia Grillo, sponsorizzando la nomina a dirigente dell’Asp di Vibo Valentia di un suo presunto collaboratore. Un mezzo scandalo che costrinse il ministro a subire un durissimo attacco in Parlamento da parte delle opposizioni, fino a dover tornare sui propri passi rinunciando alla nomina.
Ferrara e Orrico convocano gli stati generali
Sintomatica è anche la convocazione da parte dell’europarlamentare Laura Ferrara e della deputata Anna Laura Orrico di un meetup straordinario in programma a Rende venerdì 13 settembre. La riunione, aperta «a chiunque voglia partecipare da tutta la Regione», ha – proprio per questo taglio urbi et orbi – un sapore elettorale. C’è infatti chi è pronto a scommettere che nel corso dell’incontro Ferrara annuncerà, stemperandola tra mille eufemismi, la sua disponibilità a candidarsi alla guida della Calabria. Oppure, questa è l’altra ipotesi più gettonata, Ferrara e Orrico vestiranno ufficialmente i panni di principali sponsor di Carlo Tansi, l’ex capo della protezione civile regionale, oggi acerrimo nemico di Oliverio. Speculazioni, sia chiaro, ma corroborate da ciò che si ascolta in territorio pentastellato.
Le stesse voci che da tempo sussurrano anche di Nicola Morra, rimasto fuori dalla compagine governativa nonostante alla vigilia fosse in pole position per un dicastero. Un’esclusione che potrebbe preludere a un’investitura ufficiale su cui far convergere il Pd. A favore del presidente della Commissione parlamentare antimafia gioca il ruolo di portavoce regionale del Movimento che si è già ritagliato sui media nazionali e la battaglia senza esclusione di colpi che da tempo ha intrapreso con Forza Italia e Mario Occhiuto, che senza tanti clamori continua a rivestire i panni del candidato in pectore del centrodestra.
Enrico De Girolamo