Accuse su presunti condizionamenti a dipendenti di Partecipate di Palazzo De Nobili che il primo cittadino non ha finora smentito, sullo sfondo del 'derby fratricida' all'interno della Lista di Coraggio fra Frank Santacroce e Francesco De Nisi
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Nei giorni scorsi ci siamo occupati delle voci sul tentativo di condizionamento del voto da parte della politica. Operazione che cammina su un filo sottile, molto sottile, fra quanto sia lecito fare (sebbene in maniera poco ortodossa, ma rituale) e cosa non lo sia. Di certo, già la presunta richiesta di consenso avanzata ad esempio nei confronti dei dipendenti di società a partecipazione pubblica et similia, pur non integrando una condotta contraria alla legge, sarebbe da guardare con molto sospetto non riuscendo a definirsi bene il confine tra la normale propaganda, malgrado realizzata tramite ogni mezzo, e appunto una pressione indebita.
Il tema, a discuterlo così, potrebbe però sembrare generico. Perfino parecchio banale. Ci sono tuttavia delle considerazioni da fare in merito. Soprattutto in base a quanto detto sullo spinoso argomento dal consigliere comunale di Catanzaro, appartenente al Gruppo Misto, Jonny Corsi. Affermazioni - le sue - nient’affatto marginali, tuttavia passate sotto silenzio. Eppure spunti, quantomeno per interrogarsi sul punto, ce ne sarebbero. Eccome. È infatti soprattutto un passaggio del virgolettato dell’amministratore che andrebbe viceversa approfondito - proprio per fare chiarezza - quando parla di municipalizzate.
Lo stesso Corsi ne cita un paio, al pari peraltro delle ditte appaltatrici di alcuni servizi, asserendo che «sarebbe meglio concentrarsi sull’implementazione delle prestazioni da garantire alla cittadinanza invece di sponsorizzare candidati all’interno delle società da cui sono assicurati». Un’accusa circostanziata rispetto a cui, almeno finora, il sindaco Sergio Abramo, oggetto delle accuse del membro del civico consesso, non ha risposto, dubitandosi che lo farà.
Atteggiamento che però lascia stupiti per un motivo: se per il sindaco le asserzioni di Corsi sono infondate e gratuite, perché non le smentisce o non si tutela in altre forme. Magari per stroncare sul nascere le voci rispetto a un modo di condurre la campagna elettorale con mezzi che, se usati oltre misura, non sarebbero consentiti.
Ma ad analizzare la vicenda, un altro dubbio viene a chi non conosce i fatti nella loro interezza. Perché questa polemica imbastita sulle scelte abramiane da parte del consigliere? Semplice: loro due appoggiano altrettanti aspiranti componenti dell’assemblea di Palazzo Campanella in concorrenza diretta. Si tratta del catanzarese Frank Mario Santacroce, alla cui elezione il sindaco ha affidato le ultime speranze di trovare uno sponsor (nel caso di specie il movimento Coraggio per cui corre anche il citato Santacroce) per farsi nominare assessore esterno nella Giunta Occhiuto, e del diretto rivale in lizza nella medesima lista, il vibonese Francesco De Nisi, viceversa appoggiato da Corsi.
Ebbene, tutti sanno come entrambi, pur da angolazioni opposte, tengano al risultato nel capoluogo calabrese in virtù del quale - nonostante sulla base di rapporti di forza assai diversi, in favore del candidato che “gioca in casa” - il piatto della bilancia potrebbe pendere da una parte o dall’altra. Aspetto decisivo non unicamente per la carriera politica di Santacroce e De Nisi, ma pure per una serie di altre, e ben più importanti, conseguenze.