Il delegato Cisl Fp Adolfo Romeo evidenzia le contraddizioni dell'Amministrazione che vorrebbe assegnare le posizioni organizzative ad alcuni dipendenti attualmente in regime di smart working. «La Città metropolitana destini i fondi all'emergenza»
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Prosegue senza sosta lo scontro interno alla Città Metropolitana tra sigle sindacali e Amministrazione. Innescato dalla polemica dei buoni pasto non concessi ai dipendenti in smart working per essere destinati a contenere l’emergenza sanitaria, ma senza consultare i rappresentanti dei lavoratori, lo scontro si è incentrato sulle posizioni organizzative.
Il ragionamento delle sigle sindacali, eccezion fatta per la Uil, è il seguente: si risparmiano 30mila euro di buoni pasto e se ne spendono 270mila per le posizioni organizzative?
Il delegato Cisl-Fp per la Città Metropolitana Adolfo Romeo torna all’attacco ed evidenzia le contraddizioni della Metrocity. «Vanno evidenziate due circostanze in particolare. La prima è che la totalità dei dipendenti è contro la scelta dell’Amministrazione di attivare proprio in questa fase le posizioni organizzative. Cisl e Cgil detengono il 90% della rappresentatività nell'Ente, mentre la nota della Rsu è firmata da 11 componenti su 12, per cui parlare di alcune Rsu come ha fatto il vicesindaco Mauro mi sembra veramente poco serio e riduttivo».
Adolfo Romeo poi evidenzia un secondo e più grave aspetto. «I cittadini devono sapere che non risponde al vero quanto sostenuto dall’Amministrazione in ordine alle 270mia euro delle posizioni organizzative che, se non utilizzate, ritornerebbero alla disponibilità del fondo. In sede di approvazione del contratto decentrato per l’anno 2019/2021 in cui detta somma non era stata impegnata per le posizioni organizzative la rappresentanza della CISL-Fp ed il rappresentante Fp- CGIL, più la Rsu ( con dichiarazione allegata al contratto) avevano chiesto che queste risorse ritornassero al fondo: ricevendo da parte dell'Amministrazione diniego assoluto affermando che ciò non poteva avvenire e che le stesse somme rimanevano nella disponibilità dell'Ente».
Adesso, invece, dopo dieci anni di mancata attivazione l’Amministrazione cambia completamente versione. Da qui la presa di posizione delle sigle sindacali che sono state bypassate su ogni fronte.
«È chiaro – dice ancora Adolfo Romeo - che l'Amministrazione ha preferito andare avanti e gestire tutto in modo unilaterale senza cercare collaborazione e condivisione con le parti sociali, come se non gestissero risorse delle casse pubbliche e sottratte dal fondo dei dipendenti. Le 30mila euro maturate dai buoni pasto dovranno essere distribuite alle famiglie bisognose dei 97 comuni della città metropolitana, compreso il comune di Reggio Calabria di circa 180.000 abitanti, ecco perché a queste briciole si era proposto di aggiungere le 270.000 euro, che avrebbero fatto comodo in questo momento di emergenza e sofferenza ai bisogni del territorio. Per quanto infine riguarda lo scenario Covid19 e le risorse messe in campo dal Consiglio Metropolitano per affrontare l'emergenza, pur non volendo entrare nel merito di problematiche squisitamente politiche appare superfluo aggiungere che sono solo spiccioli al confronto di un finanziamento congruo occorrente di almeno " 1 milione di euro" da mettere in disponibilità del comune capoluogo e degli altri 96 comuni del territorio metropolitano. Va dunque nella direzione giusta la presa di posizione dei capigruppo di centrodestra in Consiglio metropolitano Lamberti, Zavettieri, Dattola e Zampogna, come ha già sottolineato il segretario generale Cisl-Fp Enzo Sera».
Lascia certo da pensare la volontà politica di attivare le posizioni organizzative proprio mentre i dipendenti sono in smart working e, a quanto pare di capire dalle circolari diffuse a livello regionale, ci potrebbero rimanere fino al 31 luglio. Una spesa che sarebbe davvero da spiegare alla fetta di popolazione, sempre più larga purtroppo, che non riesce a sbarcare il lunario.