Parte da Ecolandia la nuova corsa di Giuseppe Falcomatà verso palazzo San Giorgio. Il sindaco si presenta «con la voce un po’ rotta dall’emozione» in un luogo simbolo della città per presentare sei liste civiche che dovrebbero contenere 192 candidati. Il condizionale è d’obbligo perché al momento sono stati presentati soltanto i simboli e i coordinatori, mentre per gli elenchi ci sarà ancora da aspettare. Sicuramente della partita i fedelissimi Armando Neri, Giovanni Muraca, Paola Carbone e compagni, ma per pesare il possibile contributo in termini di preferenza bisognerà capire come saranno riempite le varie: “Innamorarsi di Reggio”, “Primavera democratica”, “S’Intesi”, “Reset per Falcomatà”, “La svolta” e “Patto per il cambiamento”.

Contenitori ancora semi vuoti

«Non solo sei simboli – ha detto il sindaco – ma sei anni di storia insieme. Non saranno dei cartelli elettorali, ma ognuna avrà una sua storia e una sua particolare identità».

Presente ad Ecolandia anche Filippo Sorgonà di “Reggio bene comune” rimasto folgorato da ultimo sulla via di Damasco e che starebbe lavorando ad una propria lista.

Partiti tradizionali in ritardo

Notizie dai partiti? Quasi nessuna. Falcomatà ha spiegato che «i partiti tradizionali faranno le proprie liste» nominando ad uno ad uno Pd, Socialisti, Verdi, Articolo Uno, Italia Viva e anche il movimento A Testa Alta. La realtà dice che, a parte il Pd, tutti gli altri sono ancora a capire il da farsi. E Verdi, Socialisti e Italia Viva potrebbero essere costretti a unirsi per partorire una sola lista.

I big del Pd si tengono lontani

Nessuna traccia neanche di presenza fisica da parte dei big dei vari schieramenti. L’assenza del Pd (Irto, Puccio, Castorina, Marino assenti in blocco) si è fatta notare ed frutto dell’eccessiva autonomia con il quale il primo cittadino si è mosso anche nella costruzione delle civiche.

Il sindaco ha chiesto alla cittadinanza «un secondo tempo per completare il cammino intrapreso. I risultati di un’Amministrazione non arrivano subito specialmente in una città difficile come la nostra dove spesso si lotta contro un muro di gomma».

Per il primo cittadino in campagna elettorale «saranno premiati coerenza e impegno di chi vive la città con passione e la conosce in ogni suo particolare. Reggio non ha bisogno di invasori».

«Si torni comunità come durante il Covid»

Nessun report sui risultati raggiunti, nessun accenno alle questioni aperte come l’emergenza rifiuti, nessun obiettivo strategico per il prossimo mandato. Il discorso del sindaco si mantiene solo in superficie. L’idea sulla quale ha insistito è che sia necessario tornare ad essere comunità. «Reggio è caduta tante volte, ma si è sempre rialzata. Lo abbiamo visto anche durante l’emergenza Covid quando si è riscoperto il senso della comunità». Anche se francamente il periodo del Covid lascerà soltanto ulteriori macerie nel tessuto economico e sociale di una Città sull’orlo del collasso.

E poi un monito in vista della prossima campagna elettorale. «Non cadremo nelle provocazioni e non le accetteremo. La nostra sarà una campagna costruttiva e non contro qualcuno». La sensazione, però, è che in generale la prossima consultazione, inedita anche per tempistica e clima e inevitabilmente breve, possa trasformarsi in un vero e proprio referendum tra chi vuol confermare la fiducia al sindaco uscente e chi, dopo sei anni di amministrazione invece dei canonici cinque, vuol girare totalmente pagina.