Se salta la demolizione dell’Hotel Jolly, anche l’appalto della metro potrà andare a farsi benedire. Parola di Mario Occhiuto. Il sindaco è andato su tutte le furie quando ha appreso del ricorso al Tar presentato dall’Aterp per sospendere i lavori di abbattimento dell’ecomostro di Lungo Crati. La realizzazione del Museo di Alarico è una delle condizioni poste alla Regione da Palazzo dei Bruzi, per dare il via libera ai lavori lungo Viale Mancini. Se non dovesse essere soddisfatta, l’amministrazione comunale è pronta a gettare a mare anche il resto di quell’accordo faticosamente sottoscritto nel giugno del 2017, metrotramvia compresa.

Mario vs Mario: scontro elettorale?

Il nuovo, ennesimo scontro scoppiato tra Oliverio e Occhiuto, ha il sapore di un duello preelettorale: da un lato sono entrambi vincolati alla collaborazione istituzionale nella gestione delle importanti opere infrastrutturali destinate a cambiare il volto del capoluogo bruzio; dall’altro sono avversari politici e probabili sfidanti nella corsa alla presidenza della Regione.

Lo sfogo sui social di Mario Occhiuto

«Ci stanno provando in tutti i modi. A volte mi viene la tentazione di lasciar perdere e mollare tutto, perché ho la sensazione che tanto sia tutto inutile – scrive Occhiuto sul proprio profilo facebook - Adesso ci riprovano in tutti i modi con l’ex Jolly. Ogni settimana se ne inventano una. Adesso il Tar ha sospeso le procedure di demolizione di questo capolavoro dell’architettura, su richiesta della stessa regione che ci aveva consegnato l’immobile e finanziato l’opera (sic). Voi riuscireste a lavorare così? Ogni cosa che facciamo ci mettono davanti mille ostacoli. Oliverio pensa alla campagna elettorale e a bloccare il sindaco di Cosenza, mentre convoca tutti gli altri sindaci promettendo - si dice - finanziamenti a pioggia. Anziché lavorare per il bene della Calabria. L’Aterp (ente regionale) contesta alla stessa Regione (che ha consegnato l’immobile al Comune) la mancata attivazione delle procedure (sic!). Abbiamo un presidente che fa il gioco delle tre carte». Poi conclude: «Se questo edificio resterà in questo stato e l’accordo complessivo sarà invalidato sapete ora di chi è la colpa».

Oliverio replica: «Il Comune non segue le procedure»

Il presidente della Regione ha replicato in maniera piccata ad Occhiuto al termine della cerimonia di sottoscrizione del protocollo di legalità, relativo proprio ai lavori della metro ed ospitata in Prefettura. «Non so a quali passi indietro si riferisca il sindaco – dice Oliverio – Non siamo venuti meno agli accordi, ma le procedure vanno rispettate». Ecco le sue dichiarazioni:

Dietro le schermaglie politiche ci sono poi i passaggi tecnici. Quelli relativi all’ex Hotel Jolly sono particolarmente complessi. L’immobile è valutato un milione e trecentomila euro. Per il suo acquisto Palazzo dei Bruzi deve sborsare all’Aterp 800 mila euro da corrispondere in cinque rate annuali, mentre la restante parte di 500 mila euro sarà erogata dalla Regione, presumibilmente nel mese di ottobre. Secondo quanto previsto dall’accordo di programma (pagina 7 – punto 6 degli impegni assunti dal comune di Cosenza) l’amministrazione guidata da Occhiuto avrebbe dovuto saldare la prima annualità entro 90 giorni dalla data di trasferimento del possesso dello stabile di Via Lungo Crati. Di questo pagamento non v’è traccia. Gli uffici però, sono ugualmente andati avanti con le procedure relative alla demolizione. Con il ricorso al Tar, Mascherpa si è tutelato da un eventuale intervento della Corte dei Conti: l’edificio è ancora dell’Aterp e consentirne l’abbattimento prima del trasferimento di proprietà lo avrebbe formalmente esposto alla responsabilità di aver causato un grave ed irreparabile danno all’Azienda Territoriale di cui è al vertice.

Il ricorso che ha spiazzato tutti

L’intervento della magistratura amministrativa era una variabile non prevista. Nulla però a cui non si può porre rimedio. I giudici entreranno nel merito della questione il 10 ottobre prossimo. Prima di quella data ci sarà spazio per individuare una soluzione condivisa da Regione e Comune: entrambi gli enti nutrono il medesimo interesse a buttare giù l’ecomostro. Rimane il corto circuito scaturito dalla cattiva gestione delle procedure. E non è detto che nelle prossime ore non possa cadere la testa di qualche dirigente.