Ce n'é di gente nota arruolata in forza ad un progetto finanziato con un milione e quattrocentomila euro di fondi pubblici. Avviato nel 2014 - prima bloccato e poi sbloccato dal Dipartimento preposto - all'Aterp di Vibo Valentia è stato rispolverato pochi giorni prima che il governatore Mario Oliverio e la sua giunta procedessero ai commissariamenti, compreso quello di Tonino Daffinà, alla guida di un'azienda marchiata Forza Italia.


Una trentina di contratti, deliberati in extremis, che il management uscente ha fatto appena in tempo a consegnare ai revisori prima che la parola passi ai competenti uffici regionali. C'é, tra i noti, per esempio, Armando Mangone, ex vicesindaco di Mileto sciolto per mafia e dichiarato incandidabile da una sentenza della Corte d'Appello di Catanzaro all'epilogo di un procedimento avviato dal Ministero dell'Interno. Il nome di Mangone, figura del Partico democratico, affiora anche in un'informativa acquisita al processo antimafia "Purgatorio": avrebbe - dicono gli inquirenti - un doppio comparaggio cresimale con la famiglia Mesiano di Mileto.


C'è gente nota alle cronache della politica, gente del Pd. Come Giovanni Russo, attuale consigliere comunale a Vibo Valentia. "E' un ingegnere - spiega l'azzurro Daffinà - ed è stato scelto per questo...". E Mangone? "E' laureato, se non sbaglio...".


Trovano spazio, nell'elenco degli arruolati o arruolandi, ancora altri volti noti e meno noti. C'é, ancora, Filippo Lo Schiavo, consigliere comunale eletto nella fila dell'Udc. E poi c'è chi è più o meno vicino a Forza Italia, più o meno affine o imparentato con questo o quell'amministratore locale.


"Ha scelto una commissione - si difende Daffinà - e poi noi non abbiamo ancora assunto nessuno, perché c'è la delibera e l'iter lo completerà chi verrà dopo di noi". A dirla tutta alcuni "assunti" già c'erano. Persone che erano già state contrattualizzate grazie a questo stesso progetto, studiato per la durata di ventiquattro mesi, e rinnovabile di sei mesi in sei mesi. Contratti scaduti e  rinnovati. L'ultima infornata, quella partorita a pochi giorni dal commissariamento ordinato dalla giunta regionale, ha però inserito nomi "nuovi".
"La commissione ha lavorato in trasparenza", continua Daffinà. Nessuno lo mette in dubbio. Fatto oggettivo è che componente di quella stessa commissione fosse Giuseppe Raffele, candidato alle ultime elezioni alla guida dell'amministrazione provinciale alla testa di una lista di amministratori formata da Nuovo centrodestra e Udc.


Le primarie del centrosinistra del prossimo 22 febbraio c'entrano qualcosa con questa storia? E le comunali vibonesi di primavera? Che c'è di vero sul presunto inciucio tra ampi settori del centrodestra e qualche personaggio del Partito democratico vibonese?
"Ma assolutamente niente, sciocchezze. Io sono di Forza Italia - conclude Tonino Daffinà - e pensar male su certe cose fa perdere di vista la validità di questo progetto regionale che serve a rendicontare il patrimonio immobiliare delle Aterp".
Già, un progetto da un milione e quattrocentomila euro.

 

di Pietro Comito