«Ci sembra prematuro, ancorché inutile, tornare a parlare del pennacchio della Provincia Sibaritide – Pollino». Lo afferma in una nota stampa, il capogruppo consiliare dei Democratici per Castrovillari, Nino La Falce, che insieme ai suoi colleghi Giuseppe Oliva e Carmine Vacca, interviene nel dibattito di questi giorni sul futuro del territorio.

«Viviamo in un territorio martoriato dalla mancanza di servizi essenziali, quelli che permettono ai cittadini di percepire un reale stato democratico, efficiente e rispondente ai bisogni reali della popolazione. Una vera emergenza – sottolinea - che attraversa i campi primari della sanità, ormai fatta a brandelli da anni di commissariamento e lotte politiche, delle infrastrutture e dei collegamenti (l'alta velocità è un tema sul quale non siamo riusciti a fare sintesi come territori e ci sta sfuggendo di mano), e della scuola che la nuova geografia scolastica ha smantellato con autonomie che rischiano di realizzare un impoverimento culturale e didattico che nuocerà i ragazzi».

 «Per costruire un insieme territoriale,  - prosegue - che poi potrebbe sfociare nella costituzione della sesta provincia della Calabria, crediamo che la politica dei nostri territori debba fare sintesi e trovare unità attorno alle sfide che riguardano la nostra popolazione. A partire dall'autonomia differenziata, i cui esiti sull'espletamento dei servizi locali percepiremo da qui a breve, dovremmo essere bravi a dialogare per organizzare un fronte comune che sappia trovare soluzioni e strategie alle grandi emergenze che ci attanagliano. Non ci appassiona il dibattito sul campanile e sull'allocazione della provincia nascente (se mai ci sarà). Prima vorremmo realizzare un dialogo serio e maturo sulle sfide che ci attendono per il bene dei nostri territori».

L’analisi prosegue: «Partiamo dalla sanità - dichiara - chiedendo ciò che spetta a Pollino e Sibaritide con una voce univoca ai tavoli dell'Asp e della Regione. Costruiamo una opposizione forte verso chi ha depauperato la nostra scuola pubblica, nell'interesse dei giovani che sono anche - spesso - i nostri figli, non considerati da un sistema di numeri che taglia senza preoccuparsi della funzione che ha una agenzia educativa fondamentale per la cultura dei nostri territori e delle città in cui abitiamo. E in ultimo lavoriamo in accordo sulle infrastrutture che ci attraversano e che interessano il nostro sviluppo. Se faremo questo, insieme, allora potremo essere maturi che dar vita ad una provincia solida e forte, che sappia avere autonomia da Cosenza e organizzare il futuro possibile. Prima di allora ogni discussione in tal senso ci appare riduttiva e inutile. Perché se non abbiamo nulla su cui costruire il futuro – chiosa -  parliamo di una provincia che non ha motivo di esistere».