VIDEO | Un giro d’opinione dalla città di Rino Gaetano rafforza le ragioni della campagna d’informazione e sensibilizzazione de LaC ma, soprattutto, la necessità di far emergere e pesare l’orgoglio meridionale
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Non servono e non piacciono tecnicismi e propaganda da tifoserie, appena si va tra la gente, anche da Crotone, si percepisce il fastidio per la disinformazione ed il conseguente apprezzamento per chi cerca di proporre inchieste specifiche e numeri e prospetti comprensibili. Nella città di Pitagora c’è un vero e proprio coro di ringraziamenti nei confronti della campagna di sensibilizzazione ed approfondimenti continui, che propone il gruppo Pubbliemme Diemmecom che, attraverso i propri network, sta cercando di rendere sempre più partecipi i cittadini e non solo con la promozione della raccolta firme per il referendum.
D’altronde Crotone sta ancora subendo le decisioni ministeriali sul destino dei veleni delle ex fabbriche, così come l’assoluto immobilismo sulla gestione dell’acqua nei laghi silani che è buona per fare affari con l’idroelettrico in favore di aziende del nord, facendo ancora più fatica a comprendere il tema dell’autonomia differenziata e, soprattutto, della quantificazione dei livelli essenziali di prestazioni che spaccherà inevitabilmente ancora di più il paese Italia, ed anche la stessa Calabria.
Lo confermano i dati sullo spopolamento in rapporto alla forza lavoro che somigliano a un requiem per il Mezzogiorno. Pablo Petrasso sottolinea infatti come nel 2080 un lavoratore ogni due residenti sarà in età non attiva, rammentando come solo politiche attive di welfare, che la riforma può annientare, può cercare di ricomporre gli squilibri al di là di una freddezza dei numeri che condanna il sud all’irrilevanza.
La campagna di LaC | Sempre più vecchi e sempre meno occupati: l’Autonomia differenziata condanna l’economia del Sud (e per la Calabria è ancora peggio)
E che, non a caso, a Crotone porta con sé l’opinione comune sull’assenza che pesa di più: quella di chi avrebbe il dovere di parlare ai cittadini con un linguaggio che sia il più semplice possibile per trovare soluzioni e battaglie credibili. «Dovremmo prendere consapevolezza ma purtroppo la scarsa capacità infrastrutturale, economica e politica è al tempo stesso causa e limite di prospettiva - specifica un archeologo sulla quasi deserta via Veneto – e noi calabresi siamo davvero molto più indietro, con Crotone che marca un ritardo ancora più diffuso che ci ha oramai completamente sottomessi dall’incapacità di visione dentro cui l’autonomia differenziata è pronta a far sguazzare i più forti e cinici».
Ma c’è chi è addirittura pronto a scommettere che questa sia la grande opportunità di riscatto e vendetta «noi meridionali e calabresi soprattutto, solo con l’unità d’Italia abbiamo smesso di essere la parte più ricca e produttiva del paese - racconta un commerciante – da lì è iniziato il saccheggio delle banche del mezzogiorno che erano le più ricche, hanno smontato la ferrovia campana per portarla all’Ansaldo, senza mai più terminare con un processo vittimistico e commiserativo di cui ci dobbiamo assolutamente distaccare. Siamo noi che dovremmo fare i razzisti al contrario con questi polentoni, dobbiamo fare la Lega del Sud e staccarci da questi strozzini».
«Al di là dei risvolti ulteriormente penalizzanti sulla sanità, c’è ancora scarsa informazione - puntualizza un insegnante – con una contrapposizione uguale e contraria su chi sostiene che sarà la fine o addirittura un nuovo inizio per il sud. Questa cosa di essere sempre gli ultimi e quelli sfavoriti è diventato un alibi: forse potremmo farla diventare una sveglia, per noi cittadini come per gli amministratori, basta con il fatalismo, però».
Ed il sentimento di rivalsa attiva che deve far uscire fuori l’orgoglio è comunque il più forte: «questa autonomia proposta dal governo è indegna - sbotta un altro commerciante – ci vogliono mettere ancora più al di sotto di quanto già siamo. E la situazione dei veleni e lo sfruttamento delle risorse mostrano che non abbiamo ne amministratori e né cittadini con le “palle”. Cosa ce ne facciamo che poi diciamo che abbiamo bellezze e dobbiamo sfruttare il turismo. Vedete quanta gente c’è in agosto - mostrando effettivamente la via centrale con scarsissima frequentazione - Salvini vuole fare il ponte, pensi prima alla statale 106, alla stazione ed alla linea ferroviaria; spero che il popolo meridionale, quello calabrese e, soprattutto quello di Crotone, tolga gli attributi e si faccia sentire».
Una sorta di gigantesco quanto soppresso Nuntereggae più che rischia di rimanere immobile come la statua di Rino Gaetano, momentaneamente spostata in Piazza della Resistenza per i lavori in corso all’ex Piscina Coni sul lungomare, certamente non più frequentato del centro. Bisogna dunque correre e ribaltare immediatamente prospettive, basta infatti saper leggere i dati che segnano il destino breve della Calabria, che è destinata a perdere 804mila abitanti nei prossimi 56 anni, proprio secondo le elaborazioni Svimez sulla base di dati Istat, resi pubblici ed evidenti, oggi, dal nostro giornale.