Duro scontro interno al centrosinistra tra i sostenitori e i contrari al progetto di legge. Registrato un pesante diverbio, a mezzo chat, tra il presidente Irto e il consigliere Bevacqua che ha criticato l'inserimento della norma all'ordine del giorno alla prossima seduta. Nel frattempo si lavora a soluzioni alternative, mentre i numeri per arrivare all'approvazione traballano
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Proprio nel giorno della festa della donna in Consiglio regionale si registra il massimo grado di agitazione per il dibattito che lunedì prossimo si dovrebbe svolgere in Aula in ordine all’introduzione della doppia preferenza di genere.
Dopo mesi di tira e molla finalmente la Conferenza dei capigruppo ha inserito all’ordine del giorno la legge firmata da Flora Sculco e attesa da molto tempo dalle tante associazioni impegnate sul tema.
Dentro il Consiglio, però, esistono correnti contrastanti di pensiero e la stessa maggioranza rischia un nuovo corto circuito. Tanto che non si escludono ulteriori colpi di scena come l’ennesimo rinvio della normativa o il deposito, in extremis, di nuove proposte di legge alle quali starebbero lavorando alacremente sia la maggioranza che l’opposizione.
Quello che è certo che all’interno della maggioranza si è registrato, anche via chat, un duro scontro tra il presidente del Consiglio Nicola Irto e il consigliere Domenico Bevacqua. Quest’ultimo tra i contrari al provvedimento di legge, almeno per come formulate, e soprattutto contrario al suo inserimento all’ordine del giorno alla prossima seduta dell’Assemblea. Circostanza per la quale il presidente Irto viene ritenuto responsabile.
In realtà, però, le perplessità sulla bontà della nuova normativa appartengono a tanti e sono anche trasversali. Tra i “perplessi”, ad esempio, ci sono i consiglieri del gruppo Moderati per la Calabria (Sergio, Neri e Scalzo), ma anche il reggino Mimmetto Battaglia non ha nascoso necessità di approfondimento. Tra i banchi della minoranza Gianluca Gallo, Vincenzo Pasqua e Alessandro Nicolò hanno più volte discusso la necessità di lavorare alla riforma elettorale nel suo complesso.
Tanto che di rinvio in rinvio sono passati quasi due anni prima che la legge arrivasse all’ordine del giorno. Adesso che il passo è stato fatto, però, si rischia un nuovo patatrac.
Alle perplessità di cui sopra si aggiunge la voglia matta per i dissidenti del centrosinistra (tra i quali si possono inserire anche Carlo Guccione e Enzo Ciconte) di fare un nuovo sgambetto al governatore Mario Oliverio che, invece, vorrebbe portare a casa la legge inserita nel suo programma elettorale. Anche per ridare lustro a un’immagine fin troppo appannata dopo gli accadimenti degli ultimi mesi.
I numeri, insomma, traballano e non è per nulla detto che il Consiglio riesca ad arrivare fino in fondo al suo lavoro. Il che sarebbe un vero paradosso proprio mentre sono in svolgimento per tutta la Calabria le celebrazioni della giornata della donna.
Riccardo Tripepi
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