Sfuma il sogno (di Salvini) dei cantieri aperti per le Europee. Il nuovo scoglio per l’opera-amuleto è il test ambientale: il ministero non ha previsto proroghe per l’organo chiamato a fornire un parere sul progetto. Il bando per rinnovare i 70 componenti è aperto da settimane
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Per Salvini il momento è complicato: agli inciampi politici si aggiungono possibili intoppi tecnici sull’opera che considera la bandiera del proprio mandato da ministro delle Infrastrutture. Il progetto del Ponte sullo Stretto potrebbe bloccarsi in una fase che il leader del Carroccio considera critica. L’obiettivo politico è quello di segnare un consistente passo avanti per l’opera-amuleto prima delle elezioni europee, per dare una spinta alla Lega in Sicilia e Calabria. Non sarà facile.
La questione è chiara: la commissione Via-Vas di competenza del ministero dell’Ambiente (ora guidato dal forzista Gilberto Pichetto Fratin) scade il 24 maggio, ad approvazione del progetto in corso. Ci sono da rinnovare 70 componenti: il bando è aperto da settimane e il dicastero, su spinta anche della viceministra leghista Vannia Gava, esclude la proroga della commissione in scadenza.
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Quello della Via-Vas è l’esame più atteso sull’opera. L’impianto prevede procedure semplificate come quelle inserite per le opere del Pnrr: 90 giorni per esaminare 9.500 documenti. Sarebbe già un record, se non fosse che quei 90 giorni cadranno a cavallo fra la fine della commissione attuale e le procedure per costituire la prossima.
Lo scenario preoccupa Salvini: al di là dell’ipotesi sui tempi effettivi all’italiana (sia per l’esame che per il cambio in corsa dei commissari), con queste premesse è probabile che il via libera per il Ponte slitti, e non di poco, sempre mettendo in conto che il parere sia positivo. Senza l’ok della Via-Vas, il leader leghista avrebbe un credito in meno da spendere al Sud. Le preoccupazioni nel suo inner circle aumentano.
Sono preoccupati, per ragioni opposte, anche gli ambientalisti: temono che la fretta, e le pressioni della politica, costringano la Commissione ad accelerare e portare a termine il lavoro entro il 24 maggio. Se fosse così i tecnici avrebbero due mesi per analizzare quasi 10mila documenti. Una montagna di carte da sfogliare velocemente, forse troppo. L’ipotesi più probabile, tuttavia, è quella di uno slittamento fatale alle ambizioni di Salvini: niente cantieri prima del voto. Per il Carroccio è un periodo complicato.