Rimpasto senza coraggio: Oliverio si nasconde dietro le quote rosa

Dopo un anno di tira e molla arriva finalmente la nuova giunta, ma non c'è nessun cambio di passo. Difficile pensare che la sola rotazione dei dirigenti possa far risalire la china alla maggioranza di centrosinistra
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di Riccardo Tripepi
13 aprile 2018
19:26

La montagna ha partorito il topolino. Dopo un anno di tira e molla il governatore Mario Oliverio rompe finalmente gli indugi e completa il rimpasto di giunta dopo aver perso per strada gli assessori Carmen Barbalace e Federica Roccisano, più o meno dimissionate, e Antonio Viscomi, eletto in Parlamento.

 


Oliverio accerchiato e con la maggioranza in Consiglio regionale sempre più traballante ha cambiato programma e ridotto al minimo gli aggiustamenti. Il gruppo degli ex alfaniani ha da tempo traghettato verso Forza Italia, Carlo Guccione può considerarsi fuori dalla maggioranza, così come Vincenzo Pasqua. Le ultime tensioni con il gruppo dei Democratici Progressisti di Giuseppe Giudiceandrea hanno ulteriormente complicato il quadro e convinto il governatore a rivedere i piani e ridurre al minimo gli aggiustamenti.

 

Nessun maxi rimpasto, dunque, ma solo la sostituzione delle caselle scoperte. Salvano così il posto l’assessore all’Ambiente Antonella Rizzo, da poco passata a Leu, e l’assessore all’Urbanistica Franco Rossi che in un primo momento erano stati dati per uscenti.

Non hanno mai rischiato invece il delegato alle Infrastrutture Roberto Musmanno e l’assessore ai Trasporti Francesco Russo. Anzi per quest’ultimo è scattata la promozione a vicepresidente fortemente voluta da Oliverio che ha sottolineato la bontà dell’azione svolta dall’assessore. «La nomina di Russo non è una semplice o ordinaria sostituzione – ha detto Oliverio – L’attività svolta dal professore Russo in qualità di assessore ha registrato unanimi apprezzamenti non solo in Calabria ma anche oltre i confini regionali».

 

Gli altri innesti, invece, sono tutte donne e tutte esterne per non turbare gli animi del Consiglio. E con nessun profilo di particolare rilievo per evitare turbamenti anche in giunta. Un ritocco soft dell’esecutivo che delude certamente le aspettative di chi si aspettava un colpo di reni per salvare le sorti del centrosinistra. Eccole le new entry: si tratta di Maria Francesca Corigliano, già assessore alla Provincia di Cosenza con Oliverio, che avrà la Cultura, di Maria Teresa Fragomeni, esponente del Pd di Siderno che avrà il Bilancio e della presidente della Legacoop Calabria Angela Robbe che avrà la delega al Lavoro.

 

La delega, pesante del Bilancio, a Maria Teresa Fragomeni pare quella destinata a far maggiormente discutere. Sia perché si tratta di una responsabilità pesante per chi fin qui ha avuto come palcoscenico esclusivamente il consiglio comunale di Siderno, sia perché la vicinanza del nuovo assessore al capogruppo Sebi Romeo non sembra aver fatto fare i salti di gioia al resto della maggioranza.

 

Per i consiglieri regionali, invece, ci saranno solo deleghe esterne per provare a puntellare qualche equilibrio e, certamente, una delega di un certo peso dovrebbe andare a Mimmetto Battaglia. La presentazione ufficiale el nuovo esecutivo avverrà lunedì prossimo in conferenza stampa alla Cittadella. Oliverio dovrebbe annunciare anche l’azzeramento delle strutture speciali e l’avvio della rotazione dei dirigenti.

 

Il governatore che spera di potersela cavare sbandierando il “rosa” del nuovo esecutivo ha già incassato il benestare dei deputati Pd. «Auguriamo buon lavoro alle nuove componenti della giunta regionale, guidata dal presidente Mario Oliverio – hanno scritto Ernesto Magorno, Enza Bruno Bossio e Antonio Viscomi – L’ingresso di Angela Robbe, Maria Francesca Corigliano e Maria Teresa Fragomeni si completa con l’indicazione di Francesco Russo a vicepresidente. A tutti loro, all’intera squadra della Giunta regionale va il nostro sostegno e un preciso impegno di leale collaborazione».

 

Difficile, però, che scelte prive di coraggio e volte a non turbare equilibri precari piuttosto che a dare un preciso indirizzo alla legislatura o un segnale di rottura, possano pagare in termini di recupero di consenso e di immagine.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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