In vista delle elezioni regionali ed europee, la campagna elettorale aveva già preso il via dopo la fine dell'estate, ma con l'indagine "Lande desolate", che vede coinvolto il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, la corsa alla poltrona ha inevitabilmente subito un'accelerata. Perché in fin dei conti un posto a Bruxelles è importante, ma mai quanto un posto al consiglio regionale calabrese. La sensazione è quella che l'inchiesta possa in qualche modo sottrarre consenso alla compagine oliveriana, (già ufficialmente in corsa per la candidatura) o addirittura metterla fuori dai giochi, e così, scongelati un bel po' di consensi, in tanti tenteranno la fortuna per un posto da consigliere regionale. Come fosse un gioco a premi.

 

Cene e riunioni "segrete"

Quando si entra in campagna elettorale, sul Tirreno cosentino s ripete sempre lo stesso copione: dopo anni di assenze, silenzi e abbandoni, arriva puntuale il messaggio del politico o aspirante tale, che comincia sempre con “Caro amico” e ti invita a una cena informale “per discutere del nostro territorio”.

Il territorio, alla fine, non è nemmeno menzionato, ma tra un'abbuffata di carne e un buon bicchiere di vino verbicarese si finisce per parlare di elezioni e candidature, accolte ancora più puntualmente dalle richieste di favori. La risposta è sempre affermativa («me la vedo io»), tanto è sempre tutto rimandato a dopo l'eventuale elezione.

Ma queste cene, che dovrebbero rimanere riservate, di riservato hanno poco o nulla, perché chi vi partecipa sente spesso la necessità di informare gli altri della vicinanza al politico di turno per dimostrare il proprio peso sociale, ma questo crea spesso polemiche e divisioni tra i supporter, che di qui in poi si scanneranno (inutilmente) per portare alla vittoria il proprio beniamino.

 

La politica ridisegnata dalla magistratura

Fin qui, nulla di eccezionale, niente che non succeda o non sia successo già in ogni angolo della Calabria nonostante tutto ancora prona al potere. Ma sul Tirreno cosentino, che di politici di una certa caratura ne conta meno delle dita di una mano, il vuoto lasciato da Oliverio ha rappresentato una sorta di opportunità in alcuni casi imprevista.

Tra chi cavalca il malcontento legato al fallimento politico del Pd Ernesto Magorno e chi fa leva sulla lenta ma significativa perdita di consensi del M5s, sembra che in queste ore stia per nascere una fazione civica che guarda a Mario Occhiuto. Il movimento raccoglierebbe i delusi degli altri partiti politici, di destra, di sinistra e di centro, che vedrebbero nel sindaco di Cosenza il cavallo vincente, una guida seria e affidabile per ridare credibilità alla politica cosentina.

Altri, starebbero pensando di fondare un nuovo partito con il governatore Oliverio, già in contrasto con il Partito Democratico, mentre dall'altro fronte, ci sarebbe una imponente organizzazione di matrice leghista, intenzionata ad annientare i rivali e la possibile lista dei pentastellati, a cui nomi illustri stanno lavorando da anni.

Sono tutti convinti di avere già la vittoria a portata di mano ma non hanno fatto i conti con le parole del procuratore capo della procura di Catanzaro, Nicola Gratteri, il quale, subito dopo il provvedimento a Oliverio, ha promesso che a breve anche altri nomi di spicco della politica saranno mandati a processo. Non è dato sapere al momento a chi si riferisse e a quale area ma, se così fosse, stavolta la magistratura potrebbe ridisegnare le sorti politiche di un vasto territorio e consegnare la vittoria nelle mani dei partiti non coinvolti dagli scandali.

 

La bagarre a "5 stelle"

Se tra sinistra e destra ci sono già scintille in corso, nel MoVimento 5 Stelle le scintille potrebbero scoppiare all'interno della stessa coalizione di qui a breve. Il metodo di scelta dei candidati on line, ha fatto nascere l'idea che basti poco a stravolgere la propria vita, soprattutto dopo che alle scorse elezioni politiche i candidati parlamentari erano stati eletti sulla piattaforma telematica con poche centinaia di voti.

Nei prossimi giorni le iscrizioni al M5s, circostanza abilitante alla candidatura, potrebbero subire un'impennata e dato l'elevato numero di aspiranti e la necessità di accaparrarsi i voti degli stessi iscritti, nei piccoli paesini potrebbero generarsi delle vere e proprie guerre, che inevitabilmente interferiscono sulle dinamiche sociali del posto.

 

I possibili candidati del Tirreno cosentino

Per ora c'è una sola candidatura ufficiale, quella del consigliere provinciale Graziano Di Natale, sempre più vicino a Marco Minniti, che pur non avendo ancora specificato con chi concorrerà, ha già ottenuto l'appoggio del sindaco paolano Roberto Perrotta.

Per il resto è tutto un terno al lotto. Il dem cetrarese Giuseppe Aieta dovrebbe ricandidarsi quasi certamente e altrettanto quasi certamente dovrebbe seguire Oliverio, ma in termini di consensi dovrebbe fare i conti con l'altro cetrarese, Vincenzo Cesareo, che voci insistenti danno per candidato certo, anche se dal diretto interessato non è ancora arrivata nessuna conferma.

A Tortora potrebbe scendere in campo Raffaele Papa, coordinatore provinciale dell'Italia del Meridione, il movimento fondato da Orlandino Greco, mentre a Orsomarso la destra berlusconiana potrebbe candidare il sindaco Antonio de Caprio, vicino a Jole Santelli.

Tanti i nomi ancora in lizza, ma quasi tutte le decisioni dipenderanno dalle proprie sorti giudiziarie e quelle dei propri leader, che sposteranno consensi, faranno nascere e morire partiti, provocheranno addii illustri e unioni eccellenti. L'unico dato certo, al momento, è che saranno mesi movimentati.