C’è l’uomo che non deve chiedere mai, il campione di preferenze, il no vax e l’ecclesiastico lavoratore che serve il signore Gesù: il viaggio nei profili social dei politici calabresi è un bignami delle eccellenze e delle debolezze di tutto il mondo, un concentrato di quello che vediamo nei nostri profili ma accompagnato da bandiere di partito, hashtag e retweet dei leader nazionali.

Facebook la fa da padrone, Instagram è dedicato al cibo ed ai cani e Twitter è completamente tralasciato nelle “strategie” social: tra pagine pubbliche, profili privati, secondi profili, iniziamo un viaggio alla ricerca del meglio e del peggio della politica social calabrese.

Le dirette e i video di Roberto Occhiuto

Sin dalla sua elezione, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha disintermediato il rapporto con elettori e cittadini spostandolo dalla stampa e dalle comunicazioni ufficiali al web, attraverso video e dirette su Facebook, stories e reel su Instagram e Twitter su posizioni nazionali. Una strategia chiara e ben bilanciata, quella di trasformarsi nel quotidiano di sé stesso, iniziata sin dal suo ingresso a Germaneto: celebri i video in cui spegne al sabato le luci della Cittadella, in cui annuncia in camicia bianca e airpods perché la Calabria resta in zona gialla, o le foto nelle quali indica i risultati positivi della Calabria nelle votazioni. Poi la narrazione si è spostata a Roma, con le foto e i video insieme ai ministri di Forza Italia ed alle passeggiate nel Transatlantico fino ad arrivare alla scheda nell’urna: il resto viene colmato con le dichiarazioni e le mail dell’ufficio stampa, completando la narrazione per siti, agenzie e giornali con un getto continuo di informazioni.

I più cliccati: da Morra alla no-vax Granato passando per Gallo, Occhiuto e Forciniti

Unendo i dati dei follower delle tre piattaforme principali (Facebook, Twitter e Instagram) il primato in classifica lo acquisisce, per distacco, il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra. Più di 440mila follower aggregati per lui, un numero enormemente superiore a chi lo segue in classifica, frutto di un ruolo nazionale di primo piano avuto per anni nel Movimento 5 Stelle e di una presenza continua e costante.

Subito dietro, però, si posiziona la senatrice de L’Alternativa C’è, Bianca Laura Granato: tra un post contro il green pass, una diretta in cui auspica un processo di Norimberga per il governo e le sue cronache delle lotte contro le imposizioni, il suo profilo è un viaggio in presa diretta nell’universo no vax. Negli ultimi giorni il sostegno a Sara Cunial, la difesa dell’ex giudice Maddalena e gli attacchi pesantissimi contro Draghi hanno caratterizzato il suo racconto della quarantena che la vede a casa perché positiva (da come scritto in uno dei suoi post). Dietro di lei due donne, Enza Bruno Bossio e Dalila Nesci, che hanno una presenza spalmata su tutte e tre le piattaforme: le attività istituzionali la fanno da padrone, con qualche sconfinamento nella vita di tutti i giorni.

Facebook, universo boomer regno dei secondi profili e delle professioni improbabili

È inutile dire che nel panorama politico calabrese il social che va per la maggiore è Facebook: i consiglieri regionali ed i deputati si dividono lì tra pagine pubbliche e profili personali, che vengono spesso duplicati tra primo, secondo, terzo profilo e chi più ne ha più ne metta.

I contenuti, ca va sans dire, sono di tutti i tipi: troneggia ad esempio il generale Giuseppe Graziano in mille foto in posa con l’immancabile pollice in alto, alternato ai post celebrativi delle partite della sua Inter, così come il neo consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Davide Tavernise, capogruppo alle prese con deputazioni sospese tra ricorsi e accuse dalla base del partito, in un post è costretto addirittura a difendersi per aver dovuto acquistare una nuova auto. Bevacqua si divide tra foto e auguri, memore forse dello sfondone di qualche anno fa, in cui prima scrisse un post e poi dal suo stesso profilo si fece i complimenti con un eloquente “Complimenti Mimmo!”, postato probabilmente da un suo collaboratore che dimenticò di cambiare profilo.

E se Katya Gentile dai suoi profili strizza l’occhio alle proteste per il green pass e Alecci ci informa che dopo 30 anni è tornato in sella ad un cavallo, non possiamo che sottolineare la professione di Pasqualina Straface, ex sindaco di Corigliano e neo consigliere regionale, che sul suo profilo inserisce come datore di lavoro una mansione particolare. Il suo lavoro, infatti, è “servire il signore Gesù”.

Instagram in Calabria, tra piatti e profili orfani di social media manager

E se su Facebook sono rimasti solo i boomer, è facile approdare su Instagram per recuperare un pubblico decisamente più cciovane. Però, come spesso accade, se in campagna elettorale i profili sono sempre super attivi, ricchi di stories, post e reel, subito dopo l’elezione restano abbandonati a se stessi, orfani di agenzie di comunicazione, social media manager senza incarichi o volontari che smettono di prestare opera gratuita. È il caso di Pino D’Ippolito, che ha postato solo un video il 3 gennaio del 2018 davanti alla sua libreria, o di Elisabetta Barbuto che non va oltre la sua immagine del profilo. E se il profilo di Nico Stumpo è stato aggiornato esattamente 161 settimane fa per l’ultima volta, Mangialavori e Tripodi invece rispondono con profili chiusi, blindati ai soli amici.

E se qualcuno sceglie di non avere profili (o di non aggiornarli, come De Nisi che si ferma alle ultime schermaglie della campagna elettorale), segnaliamo ancora la Straface, che ne ha addirittura quattro: riuscite a trovarla infatti come pasqualina.straface, strafacepasqualina, pasqualinastraface_forzaitalia e un infobandi, a utilizzo della sua segreteria.

Il resto è fatto da foto di cani, resoconti di #instafood nelle cene romane o catanzaresi o selfie: è il caso di Domenico Furgiuele, unico parlamentare della deputazione leghista che dai treni o dalle aule del Parlamento si immortala con immancabile capello perfetto e riga sempre precisa e dallo stesso lato. A volte si osa, con pose da modello che non deve chiedere mai, sguardo fisso all’orizzonte e abbigliamento british da Peaky Blinders: d’altronde, il fisico lo permette.

Twitter, questo sconosciuto: la politica nazionale è lì, i calabresi lo ignorano

Se su Facebook piovono profili, gruppi di supporto (o di sostegno?) e stories, Twitter invece è una prateria non presidiata. La difficoltà di condensare pensieri in pochi caratteri, la scarsa penetrazione in Calabria lo rendono forse poco appetibile ai politici nostrani, avvezzi più a post di auguri ed eventi. Ci sono però anche qui alcune chicche, che non possiamo non segnalarvi.

Se la Loizzo ha due profili (in uno parla in terza persona di sé stessa, nell’altro non scrive dal 2017), Giuseppe Neri è invece ancora fermo al 2014, con tanto di foto copertina dei Democratici e Progressisti: forse Twitter non ha ancora digerito il suo passaggio dall’altro lato della barricata, forse semplicemente non sa nemmeno di avere quel profilo. Su questo stesso versante, segnaliamo Pietro Raso, che ha due diversi account, uno dedicato alla campagna elettorale del 2015 e uno a quella del 2020: un caso non isolato, questo, che troviamo identico in Giuseppe Mangialavori e nei suoi profili classe 2014 e 2020.

E se la Vono ha annunciato a tutti di avere cambiato partito, passando a Forza Italia, non avrà avvisato ancora chi gestisce il suo profilo Twitter, che vede ancora una bella cover di Italia Viva e un ultimo post condiviso dall’account ufficiale del partito di Renzi. Si sospetta uno smarrimento della password, seppellita da qualche scheda bianca in questi giorni.

Se nel centrosinistra invece si replicano sostanzialmente i contenuti delle altre pagine, tra foto celebrative della giornata della memoria di Irto, retweet di partito di Guccione e selfie, in molti decidono proprio di non essere presenti, scelta bizzarra per esponenti di una forza di primo livello nazionale.

Chiudiamo questo balletto social con chi ha deciso di fare un solo tweet: uno, preciso e significativo. Si tratta di Francesco Cannizzaro, deus ex machina dei forzisti calabresi, che ha twittato una sola volta, nel 2013. Il messaggio è chiaro: “Prova”. Resta da capire se, in questi nove anni, la prova sia andata a buon fine. Vi terremo aggiornati.