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Stavolta i consiglieri Pd non hanno alcuna intenzione di fermarsi. Dopo l’ultima e burrascosa riunione di Lamezia, il dissenso interno non pare essere destinato a placarsi. I renziani del gruppo, la quasi totalità peraltro, ha parlato chiaro al presidente Romeo: serve un cambio di passo e maggiore collegialità nei processi decisionali. Per questo tutti hanno chiesto, a stretto giro di boa, una riunione dei democrat di palazzo Campanella alla quale prendano parte anche il governatore Mario Oliverio e il segretario regionale Ernesto Magorno. Un’occasione per un confronto a tutto campo sia sulla gestione del partito in Calabria che della partita ormai aperta tra tecnici e politici. A molti dei consiglieri non sono andate giù le scelte di Oliverio in occasione dell’azzeramento della giunta determinato dallo tsunami di Rimborsopoli. In tanti hanno chiesto che alla giunta dei tecnici venga apposto un termine e che la politica possa presto riprendersi il primato che le è proprio.
Tra i grandi delusi del momento, ovviamente, c’è anche l’ex presidente del Consiglio regionale Antonio Scalzo. La sua posizione è assai simile a quella degli ex assessori Guccione e Ciconte, defenestrati nonostante la loro posizione nell’inchiesta portata avanti dalla Procura di Reggio Calabria sulle spese dei gruppi in Consiglio fosse subito sembrata marginale. Scalzo ha subito lo stesso destino e si è dimesso dalla carica consentendo l’ascesa del giovane Nicola Irto. E’ proprio Scalzo a riaccendere il dibattito sopito per qualche giorno tornando a chiedere ai padroni del vapore di «smetterla di mettere la polvere sotto il tappeto».
«La recente riunione del gruppo regionale del Pd – dice Scalzo - è stata senz’altro occasione per un confronto franco, diretto e senza filtri sul momento politico che la Calabria sta attraversando. Un momento che richiede a tutti noi una riflessione che deve essere tanto onesta quanto serena. Non serve a nulla alzare i toni ma, certamente, sarebbe anche un grave errore - prosegue - se si pensasse di nascondere la polvere sotto il tappeto. Oggi il Pd non deve drammatizzare le situazioni e non deve neppure sottovalutarle. In tal senso, abbiamo molto apprezzato, ieri sera, l’intervento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Marco Minniti, che con autorevolezza e visione politica ha chiuso la Festa regionale dell’Unità. La rotta tracciata è chiara - evidenzia Scalzo - e passa dalla centralità del Pd che, a livello calabrese, guidato dal segretario Magorno, dovrà costituire il motore degli attesi processi di cambiamento. Non crediamo che la soluzione ai problemi dei cittadini - continua Scalzo - possa derivare da modifiche di organigramma o da un mutamento di ruoli perché non è questa la panacea ai mali della politica. Peraltro, a proposito dell’organigramma del gruppo, non va dimenticato che a tutt’oggi si è solo proceduto all’elezione del presidente ma non degli altri organismi e componenti dell’ufficio di presidenza interno. Sicuramente il capogruppo Romeo, una volta che si sarà proceduto con questi ultimi adempimenti - sottolinea Scalzo - potrà ridare slancio, a palazzo Campanella, all’azione del Pd. A cambiare non devono essere i protagonisti in campo ma il passo con cui questa maggioranza procede. È urgente però innestare la marcia giusta. E perché ciò avvenga è indispensabile che il rapporto tra il gruppo consiliare, il partito regionale e i vertici della Regione si rafforzi e sia caratterizzato da più assidui e sostanziali momenti di confronto”. Il tema non si sposta, dunque. La scollatura tra Consiglio e giunta non è mai stata evidente nella storia del regionalismo come in questa fase della legislatura.
Riccardo Tripepi