Il tempo stringe, ma le decisione in casa Pd tardano ad arrivare. Innanzitutto a causa della sempre maggiore paura di veder sfumare l’obiettivo della riconquista di palazzo dei Bruzi. La fine anticipata dell’amministrazione Occhiuto pare aver dato nuova linfa all’ex primo cittadino che continua a ricevere attestazione di affetto e stima nelle sue uscite pubbliche. E’ chiaro che un centrosinistra compatto e allargato anche ad Ncd e alle altro forze centriste in libera uscita dall’ex maggioranza potrebbe vincere a mani basse, ma l’unità della coalizione è ancora tutta da costruire. Luigi Incarnato, referente per il tavolo del centrosinistra così come era avvenuto per la costruzione dell’alleanza che poi ha portato Mario Oliverio a candidarsi e vincere alle regionali del 2010, sta lavorando alacremente insieme al segretario provinciale Luigi Guglielmelli per tentare di trovare le soluzioni più utili alla causa.


Un dato è certo: alle convocazioni del tavolo del centrosinistra hanno risposto presente sia il Nuovo centrodestra, come era ampiamente prevedibile considerato il rafforzarsi dell’alleanza sia a livello nazionale che regionale, ma anche Ala di Denis Verdini, rappresentato a Cosenza dall’ex assessore regionale al Bilancio Giacomo Mancini. Della grande coalizione farà parte anche Luca Morrone, ex presidente del Consiglio comunale di Mario Occhiuto, firmatario delle dimissioni che hanno fatto concludere la sindacatura precedente e fresco di abbandono di Forza Italia. Con lui ovviamente il gruppo che fa capo ad Ennio Morrone, ancora consigliere regionale degli azzurri, ma pronto a sostenere qualunque altra ipotesi rispetto ad Occhiuto.


Il problema adesso è come tenere insieme questo enorme schieramento di forze senza arrivare alle primarie che potrebbero regalare nuove lacerazioni al centrosinistra e ulteriori vantaggia a Mario Occhiuto e Jole Santelli. In particolare il nome del candidato unico per tenere insieme le esigenze di tutti continua a sfuggire. Il nome di Lucio Presta rimane in campo, anche perché piace a Renzi e Lotti, ma non convince tutte le componenti del Pd e della coalizione. Gli eventuali aspiranti alle primarie (Paolini, Ambrogio, Rende) non hanno le caratteristiche per poter incarnare un candidato unitario idoneo a sostenere le esigenze di tutte le forze politiche e, probabilmente, neanche quelle per poter arrivare alla vittoria che è quello che vogliono i vertici Pd regionali e nazionali. Il nodo dunque rimane intatto. Senza la convergenza su Presta che si farà? Ed è per questo che sono tornati a rimbalzare nelle ultime ore sia il nome di Nicola Adamo, ormai tornato a fare politica a tempo pieno, che quello dello stesso Carlo Guccione che, alla fine, risulta essere sempre il consigliere regionale che ha ottenuto il massimo di preferenze alle ultime regionali. Ovviamente si tratta di due nomi alternativi l’uno all’altro anche in caso di primarie. Così come è chiaro che un impegno in prima persona determinerebbe il passo indietro di Paolini.

 

Riccardo Tripepi