«Il Partito democratico è una comunità di centinaia di migliaia di persone. Nei partiti in cui c'è un proprietario non si discute, si va a casa sua e lui fissa le regole, decide per tutti. Quando ci sono centinaia di migliaia di associati, per fare le regole ci vuole qualche discussione».

Così Francesco Boccia, senatore e responsabile Regioni e Enti locali della Segreteria nazionale del Pd ha sintetizzato il momento attraversato dal suo partito alle prese con le liturgie congressuali che spesso sfociano in scontri che vanno al di là della classica dialettica.

L’esponente dem è stato ospite del talk politico Perfidia, condotto da Antonella Grippo che, svelato al pubblico il proprio passato da “singer” che ispira i motivetti introduttivi di Perfidia, nella puntata di ieri dal titolo “Eppur mi son scordato di te”, si è subito domandata «chi si è scordato di chi», tracciando un parallelo tra il governo di Giorgia Meloni che alle promesse elettorali non ha fatto seguire i fatti, e il Partito democratico che si è congedato dal suo elettorato avvitandosi nei suoi protocolli interni di partito.

A risponderle anche Luigi de Magistris; il giornalista, blogger e scrittore nonché presidente della Rai dal 2018 al 2021, Marcello Foa; l’editorialista Augusto Bassi; il sindaco di Siderno, la democrat Maria Teresa Fragomeni; e l’assessore regionale Giovanni Calabrese.

Boccia: «Dal Congresso ne usciremo più larghi e più uniti»

Il responsabile degli Enti locali del Pd si è augurato che il Congresso possa essere un nuovo momento di aggregazione: «Sono molto fiducioso, nonostante gli opinionisti dicano il contrario. Veniamo da un momento difficilissimo, e io sono sicuro che anche per le caratteristiche dei due principali candidati - Elly Schlein e Stefano Bonaccini - ci sarà finalmente un confronto vero su quale debba essere il profilo della sinistra in Italia e io penso che potremmo uscirne più larghi e più uniti»

D’altra parte, per lui, per quanto preziose, le candidature di Paola De Micheli e Gianni Cuperlo, hanno il senso - «loro ne sono consapevoli» dice – di stimolare il dibattito e non è il segreto di Pulcinella che i due principali competitor siano proprio Schlein e Bonaccini». «Io penso - ha continuato - che sia anche giusto così, perché hanno due profili molto netti dal punto di vista della guida del partito, e anche alternativi, ma che possono benissimo coesistere così come hanno convissuto alla guida della stessa regione per tre anni. Io penso che ne usciremo più larghi e più uniti e questo congresso andrà in direzione opposta delle scissioni che hanno caratterizzato purtroppo la storia della sinistra italiana».

Boccia: «In Calabria c’è una cappa che soffoca il dissenso»

Grippo approfitta della presenza di Boccia per tornare sulla polemica esplosa attorno alle parole del capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua che al termine di una riunione con i colleghi di Palazzo Campanella ha confermato «l’inopportunità di legittimare uomini e percorsi ormai superati e che non trovano più sintonia con i calabresi».

La posizione di Boccia sul punto è netta. Il suo ragionamento parte però da un vizietto che in qualche maniera ha complicato e continua a complicare, forse, la vita interna del Partito democratico: «L’aspetto diciamo del correntismo spinto attiene purtroppo all'organizzazione del potere sui territori che non ha nulla a che fare con le correnti culturali degli anni ’60, dei grandi partiti di massa. Le chiamiamo correnti ma in realtà altro non sono che filiere, in alcuni casi, e in altre invece il tentativo di avviare delle discussioni politiche culturali».

Boccia dispensa consigli, che suonano anche un po' come avvertimenti ai naviganti: «Il consiglio che do a chi si organizza sui territori per correnti, al tempo della società aperta, integrata, interconnessa, digitale, è non buttate via il meglio del tempo che avete a disposizione. Siccome lì, in Calabria, c'è stato e c’è ancora il tentativo di chiudere come dire con una sorta di cappa il dissenso, dico: è un congresso aperto in cui ognuno con grande libertà partecipa alle discussioni nei circoli. Ognuno dica la sua e sostenga una candidata o un candidato e poi torneremo a far diventare più forte il Partito Democratico. Invece ho la sensazione che ci sia quasi il tentativo di dire “cerchiamo di stare tutti insieme così non ci dividiamo”. Ma dividiamo da cosa? Bisogna dividersi, perché se ci dividiamo forse rafforziamo anche le nostre visioni comuni. Quindi insomma sono sicuro che vada bene il congresso. Mi auguro soprattutto che chi è fuori ed entra dentro il Pd, abbia rispetto per una comunità che ne merita tanto».

Boccia: «Alle primarie gli elettori ci danno uno schiaffone, e noi ripartiamo»

Rispetto alla domanda principe della puntata d Perfidia, Boccia, con un sorriso sornione, parla di quell’elettorato che sembra smarrito: «Di solito quando ci sono le Primarie e loro vengono ai gazebo ci danno uno schiaffone e ci fanno ripartire. E io mi auguro che arrivi anche questa volta lo schiaffone e che si riparta ancora più forte di prima. Successe già all'inizio del 2019 con Nicola Zingaretti. Ci ritrovammo un milione e 600mila persone nei gazebo nonostante tutti i giornali locali facessero previsioni nefaste. Sono sicuro che accadrà anche stavolta perché il congresso è per la prima volta un congresso nel quale non si sa chi vince».

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