«Bene la manifestazione dei 5Stelle a Cosenza, credo serva anche per far riavvicinare un po' le persone alla politica… ecco, io spero che anche il mio partito scenderà in piazza il fianco della Scutellà, lo dico apertamente». Paolo Pappaterra, giovane sindaco di Mormanno, indicato da Il Foglio fra i più promettenti under 40 del Pd lo ha detto ai microfoni di “Buongiorno in Calabria” il programma condotto da Massimo Clausi e Jennifer Stella, in diretta ogni giorno dalle 8,30 dalla suite aeroportuale di Lamezia Terme.

Pappaterra non entra nel merito giuridico della vicenda. «La Giunta per le elezioni ha fatto il suo lavoro, il tema non è però giuridico-tecnico, è estremamente politico. Quell'immagine e le parole anche dell'Orrico prima e della Scutellà dopo hanno in qualche modo toccato le coscienze di molti cittadini calabresi, oggettivamente lo devo dire. Ha ragione la Scutellà quando dice che il sistema fa schifo. Alle prossime regionali stimo che andrà a votare poco più del 30% dei calabresi ed è un dato drammatico. Manifestazioni come queste servono anche ad avvicinare le persone alla politica».

«La mia battaglia a favore di Irto»

A proposito di regionali, la data in Calabria si avvicina. Ma il Pd ha deciso di celebrare un congresso regionale che ha dato adito a molte polemiche. Il sindaco dice che non c’è fretta sul nome «ci sono delle altre elezioni regionali, importanti, penso la Campania, la Puglia, Marche, Veneto, dove ci sono delle partite apertissime che il partito vuole prima definire per poi iniziare a discutere nella nostra regione. E questo ci aiuta a rafforzare la linea del Pd. Io credo che il congresso, tra l'altro, facendolo adesso, prima delle elezioni regionali, in qualche modo, secondo me, aiuterà anche i circoli ad avere una partecipazione maggiore. La mia battaglia sarà sicuramente a favore di Nicola Irto. Ha lavorato con grande difficoltà, devo essere onesto, ma ha lavorato bene perché ha dato grande visibilità a ognuno di noi all'interno della segreteria e soprattutto è riuscito a mantenere comunque più o meno calme tutte le correnti che sappiamo che esistono e sono forti nella nostra regione. Secondo me il congresso serve anche a lavorare ad una piattaforma dal quale partire come Pd per le prossime elezioni regionali a partire dalle scelte che si faranno nelle liste e poi quella del candidato presidente. Dovrà essere una scelta assolutamente aperta con tutti gli altri partiti che faranno parte della coalizione. Ci sono anche gruppi dell'attuale maggioranza di governo regionale – continua Pappaterra – che vorrebbero avvicinarsi a noi a questo famoso campo largo. Abbiamo perso già due volte, non credo possiamo permetterci di perdere un'altra volta».

La sanità in crisi

Inevitabile poi il ragionamento sulla situazione critica della sanità calabrese. «Ho accolto in maniera favorevole all'inizio la coincidenza di Occhiuto con il commissario, perché il presidente di Regione, che è anche commissario della sanità, può incidere anche sulle linee di indirizzo politico. Se però dovessimo chiedere ai cittadini se è migliorata o è peggiorata, io credo che tutti diranno che è peggiorata, quindi c'è comunque un problema sostanziale che non possiamo nascondere, nonostante tutti gli sforzi che si possono mettere in campo; nonostante Occhiuto si sia auto commissariato nelle scorse settimane, quindi con ancora più poteri, nonostante tutto questo il cambiamento non arriva. La sanità, a prescindere da tutto, dobbiamo essere onesti, io non credo che destra, sinistra, chiunque metta le mani sulla sanità avrebbe problemi,oggettivamente, i dati sono molto chiari».

La politica, però, non può rinunciare a cercare soluzioni allora Pappaterra ricorda che «nel manifesto che presenteremo sabato a Tiriolo, qui a Catanzaro, manifesto della montagna e delle aree interne, dopo che abbiamo fatto gli stati generali a Mormanno, diremo anche questo sulla sanità, cioè gli ospedali, soprattutto, di montagna e delle aree interne perché non iniziamo lì ad efficientare e magari lì a iniziare a  incentivare i medici che possono tornare da noi. Noi, tre anni fa, quando sono stato eletto sindaco, ho ereditato una situazione sull'ospedale di Mormanno in cui entravano i cani randagi, ed ho detto tutto. In tre anni abbiamo potenziato la riabilitazione estensiva che era già presente, abbiamo portato gli ambulatori da 3 a 14 e nel nuovo atto aziendale è stata attivata l'Rsa medicalizzata, che non partirà mai perché mancano i medici, quindi, da questo punto di vista ritorniamo al cane che si morde la coda. Però è evidente che gli ospedali di montagna dovrebbero servire soprattutto per non far andare gli acuti nei pronto soccorsi e quindi affollare gli ospedali Spoke o Hub se tutti andranno lì evidentemente ci sarà bisogno di migliaia di medici, non di centinaia. Se noi invece invertissimo la tendenza, quindi investendo su quelli periferici, l'anziano acuto rimane a Mormanno, non c'è bisogno di andare a Castrovillari o a Cosenza, perché ormai, tra l'altro, vanno tutti a Cosenza, e gli operatori di quel pronto soccorso davvero hanno tutta la mia ammirazione e mi dispiace quando leggo di medici o infermieri aggrediti perché quelli sono veramente in trincea».

«Terremoti? Mormanno ha una ferita ancora aperta»

Un altro passaggio Pappaterra lo ha dedicato al ricordo del terremoto che ebbe proprio Mormanno come epicentro. «Mormanno è stata colpita ed è una ferita ancora aperta. È stato tra l'altro uno dei motivi che ha accelerato l'aspetto dello spopolamento nella nostra comunità. Dopo oltre 150 ordinanze di sgombero molte cittadine e molti cittadini hanno deciso di andare via, di raggiungere i figli al nord o in altri posti. Abbiamo perso anche lì un altro pezzo di cuore. Noi siamo al 95% della ricostruzione ancora ad oggi. Dal 2018 che sono arrivate le risorse stiamo ancora ricostruendo. Poi si è aperto il problema degli edifici privati, di cui non si conoscono a volte nemmeno le proprietà. dovremmo intervenire con fondi comunali, solo che non ne abbiamo a sufficienza. Quindi è uno sforzo immane che accomuna tutti i sindaci alle prese con problemi di questo tipo».