VIDEO | Il circolo paolano dei dem interviene sulle scelte che stanno caratterizzando l’iter per la costruzione dell’infrastruttura marinara, ancora ferma al palo per mancanza di proposte private
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Deliberato il 29 marzo dalla giunta comunale di Paola, dallo scorso 4 aprile è stato pubblicato sull'albo pretorio della Centrale Unica di Committenza della Media Valle Crati (che nonostante il riferimento all'entroterra della provincia di Cosenza, include anche il municipio tirrenico) un avviso pubblico esplorativo per la ricerca di proposte da parte di privati per la realizzazione del "Porto Turistico San Francesco di Paola".
L'opera, il cui costo stimato è superiore ai 54 milioni di euro, è già finanziata per parte pubblica dalla Regione Calabria, che da oltre due anni ha già stanziato 20 milioni di euro, la cui disponibilità effettiva sarà tale nel momento in cui verrà trovato un investitore privato capace di coprire la parte restante, un processo che dovrebbe concludersi entro il 3 giugno. A meno di un mese dalla scadenza dell’avviso però sono già stati spesi quasi 200mila euro in incarichi legali e professionali, relativi a questioni finanziarie, pubblicitarie ed altre occorrenti, cifre che sono balzate all’occhio dei rappresentanti locali del PD che, in merito a queste elargizioni, hanno fatto chiaramente intendere di voler vederci chiaro. «La vicenda del Porto di Paola - è l’opinione dei democratici paolani - merita di essere valutata attentamente».
Stante quanto disposto dal dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale (Utc), ingegner Fabio Pavone, l’investimento di una cifra superiore ai 200mila euro per ingaggiare il supporto legale necessario a mettere ordine nel rapporto tra il Comune di Paola e la società Marina di San Francesco da Paola S.p.A. (soggetto precedentemente incaricato di realizzare l’opera), per un importo di 64mila euro, si è reso urgente e indifferibile per valutare le possibili conseguenze dell'operazione di scioglimento del rapporto concessorio, così come altri 153mila 720 euro sono stati già versati ad un’azienda cosentina incaricata di occuparsi della attività di pubblicità e marketing legate alla realizzazione del progetto.
Su questo aspetto, proprio il gruppo dirigente che ha vinto le elezioni presentandosi come “nuova era”, ha voluto replicare al PD, spiegando che «di fronte alle prospettive ed alle azioni di sviluppo messe in campo dall'amministrazione Politano, c'è chi tenta di gettare ombre e di disturbare la crescita della nostra Città ai soli fini personali e politici».
Malgrado il tentativo di trattare la questione come fosse una semplice bega tra forze avversarie, è indubbio che in questa fase di bando ancora aperto, gli esperti sono stati considerati prioritari su tutto, tant’è che per gli espropri previsti nell'area che costituirà il fulcro del "Programma integrato d’intervento", è stanziato un massimale di 500mila euro per una superficie che include edifici abitati, attività di vendita di ortofrutta, un ristorante (in fase di ristrutturazione e ampliamento) nonché un centro sportivo, ed è significativo notare che tale cifra non raggiunge neanche la metà di quella destinata ai consulenti esterni, la cui attività è valutata in 1milione 213mila 415,36 euro.
La somma destinata ai consulenti potrebbe persino aumentare, poiché è prevista un'ulteriore voce di spesa per una "Struttura di supporto al RUP tecnico-amministrativo" per un importo di 442.285,12 euro, portando il totale per i tecnici a oltre un milione e mezzo di euro. Per questa ragione, dalle parti del PD hanno rimarcato: «crediamo che il porto rappresenti una opportunità di sviluppo, ove ci siano le reali condizioni per realizzarlo, ed auspichiamo che per le procedure sia coinvolta, attraverso un protocollo d'intesa, la Guardia di Finanza».