Nell'ottobre del 2018, quando l'indagine della Procura di Cosenza era ancora in embrione, il deputato pentastellato Alessandro Melicchio, aveva presentato una interrogazione al ministro per l'Ambiente Sergio Costa, in cui venivano segnalate le criticità del depuratore di Bisignano.

Il conflitto di interessi

«Il problema risiede anche nelle rischiose sovrapposizioni e nei conflitti di interesse nella gestione degli impianti di depurazione di questo tipo - osserva adesso il parlamentare, commentando gli esiti dell'operazione Arsenico -. Nel caso in questione la ditta privata, che fattura milioni e milioni di euro, sversava i reflui che avrebbero dovuto essere pretrattati dal suo impianto privato, nel depuratore comunale che lei stessa gestiva, trovandosi così nelle condizioni di essere controllore e controllato».

Le responsabilità degli amministratori locali

«C’è una precisa colpa delle amministrazioni che si sono succedute alla guida di Bisignano per questo disastro ambientale - afferma Melicchio - perché sono loro le responsabilità gestionali sugli affidamenti del depuratore». È stata proprio l'amministrazione in carica, guidata dal sindaco Francesco Lo Giudice ad affidare nel febbraio 2018 a Consuleco, la gestione dei depuratori fognari comunali, dove affluivano anche le acque trattate nel depuratore privato della Consuleco stessa.

Cinquestelle in prima linea

«E devo ancora ricordare che solo il Movimento Cinquestelle - ha concluso il grillino - tra tutte le forze politiche, ha come unico interesse quello dei cittadini e non quello di chi, magari, ti finanzia le campagne elettorali. L’operazione Arsenico non è che un’ulteriore dimostrazione di questo».