Duello che nelle scorse giornate si è pure tinto di giallo con la vicenda del vertice ristretto che si sarebbe dovuto svolgere tra i due, il segretario Ernesto Magorno, il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, il capogruppo Sebi Romeo e il riferimento calabrese di Renzi Marco Minniti e poi misteriosamente saltato.


In realtà il vertice che il partito stava cercando di preparare in sordina è inopinatamente finito sugli organi di stampa con il risultato finale di essere stato bruciato, così come forse Oliverio stesso voleva. Il presidente della giunta è stato lapidario nel commentare l'accaduto: "Non so chi abbia messo in circolazione questa bufala, ma non c'era nessun incontro programmato con il Commissario alla Sanita' Scura.  Nè so nulla di incontri con Minniti e Magorno, che non hanno certo intenzione di travalicare funzioni e competenze - ha detto Oliverio - perche' sono persone che hanno una cultura delle istituzioni e grande rispetto per le istituzioni".


Chiaro il messaggio: basta interferenze sulla sanità e stop ai tentativi di accerchiamento messi in atto praticamente fin dal momento dell'insediamento di Massimo Scura.


Oliverio stavolta è deciso di arrivare fino in fondo. Ha sopportato la decisione del governo che ha inviato Scura e tutte le difficoltà create nella gestione dei fondi comunitari. Dopo l'esplodere di "Rimborsopoli", si è docilmente rimesso alle volontà  romane sul rinnovamento della giunta e anche sulla elezione di un nuovo presidente del Consiglio regionale. Per farlo ha pure sacrificato uomini a lui vicinissimi come Carlo Guccione e Enzo Ciconte che, adesso, potrebbero anche scagliarsi contro di lui, in considerazione dell'alleggerimento delle loro posizioni processuali, già sembrate marginali nell'inchiesta sui rimborsi ai gruppi fin dalle prime battute.


L'atteggiamento di Carlo Guccione, da questo punto di vista, è emblematico. Dal momento delle sue dimissioni, ha cominciato un fuoco di fila implacabili contro le decisioni di palazzo Alemanni. Dalle società in house fino alla vicenda delle liquidazione delle Asi Guccione non ha risparmiato nulla ad Oliverio.


Quest'ultimo, dopo aver ingoiato tutti questi rospi, non ha intenzione di subire altro e vuole che qualcuno, Minniti o chi per lui, metta un freno allo strapotere del commissario Scura. La gestione delle assunzioni nelle Asp, la vicenda relativa all'accreditamento delle cliniche private e, più complessivamente, il complessivo impianto operativo di Scura non sono condivise dal presidente della giunta che vuole avere quantomeno il diritto di confronto l'organo commissariale.


E, a quanto pare, stavolta il problema non potrà essere preso sottogamba da Roma che dovrà gioco forza trovare il modo di far convivere Mario e Massimo oppure dovrà trovare un'atra soluzione per la sanità calabrese. Lo sa bene anche Marco Minniti che dalla festa Pd di Diamante ha promesso il massimo sostegno del partito all'azione della giunta e promosso la gestione Magorno. Un segnale evidente che la questione interna al Pd è assai seria.