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La Cittadella della Regione Calabria.
Oliverio lancia la fase due della legislatura. O meglio lo far lunedì 30 gennaio quando, nella sede della Cittadella regionale, presenterà il rendiconto dei primi due anni di legislatura, come annunciato dalla convocazione ufficiale diramata ieri dall’Ufficio stampa della giunta.
“Calabria in corso” sarà il tema dell’iniziativa. «Non solo una sintesi di quanto già fatto in poco più di due anni ma anche un dovere di informazione ed un atto di trasparenza amministrativa. È la nostra concreta dimostrazione – ha detto il presidente Oliverio – della coerenza tra gli impegni assunti in campagna elettorale e le scelte compiute nell’azione di governo. Ma il bilancio che presenteremo costituisce anche una base per aprire la seconda fase nell’azione del governo regionale. Dopo il riordino istituzionale e la programmazione è il momento degli investimenti e delle opere e tutto ciò lo vogliamo condividere con i calabresi, con le forze sociali e culturali, con i sindaci, con chi come noi è impegnato giorno dopo giorno a dare una speranza ed una prospettiva alla nostra terra».
Il 30 gennaio sarà, inoltre, distribuito un opuscolo contenente una sintesi di attività dei primi 24 mesi dell’esecutivo mentre un lavoro più dettagliato sarà consultabile sul sito della Regione.
In cosa consisterà, però, la nuova fase della legislatura? Questa è la domanda che si fanno in tanti all’interno del centrosinistra. Gli scontenti, e Oliverio lo sa bene, sono sempre di più e per lanciare davvero una fase due ci si aspettano segnali di discontinuità. Lo hanno dimostrato ancora una volta i vari Guccione, Scalzo, Ciconte, Sculco, Pasqua e compagnia che hanno disertato l’ultimo vertice convocato proprio dal presidente Oliverio.
Oliverio continua a tentennare. E il centrosinistra diserta il vertice di maggioranza
Ed il primo segnale in tal senso sarebbe quello di metter mano alla giunta de professori e rifare posto alla politica. Se lo aspettano tutti quelli che hanno portato messe di voti alla causa di Oliverio per poi essere spinti alla porta. E poi il rientro della politica in giunta sarebbe un segnale anche di un ripensamento dei rapporti tra potere esecutivo e legislativo. L’accentramento dei poteri e il decisionismo del governatore non hanno lasciato spazio al Consiglio che è stato spesso usato come semplice passacarte. Non a caso in Commissione Riforme si sta lavorando ad alcune modifiche dello Statuto per rendere più equilibrati i contrappesi istituzionali.
Il governatore, però, che pure sul finire dell’anno sembrava pronto agli aggiustamenti della squadra ha poi preferito temporeggiare esasperando ancora gli animi. Il complicarsi della partita sulla sanità non ha certo aiutato con Oliverio che si vede di nuovo costretto a ripensare i suoi rapporti con il renzismo.
C’è insomma bisogno di una decisa sterzata se davvero si vuole cambiare passo nella seconda parte della legislatura che rimane. E Olivero non può certo pensare di poter fare a meno di una maggioranza coesa.
Riccardo Tripepi