Oliverio a Lamezia fa la voce grossa ma in sala mancano i big del Pd

Il governatore durante l’inaugurazione della sede del Comitato regionale per le elezioni si sfoga: «Il partito mi ridia il mio onore e la mia dignità»

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di Tiziana Bagnato
3 dicembre 2019
20:04

Da un lato il commissario regionale del Partito democratico Graziano che ha ribadito più volte il suo aut aut: “Chi non è con Callipo è fuori dal partito”, dall’altra l’inaugurazione del comitato regionale per la campagna elettorale di Oliverio a governatore, dall’altra ancora l’apertura del presidente ad eventuali altri nomi attorno ai quali abbracciare il centrosinistra, a patto che si tratti di un scelta condivisa.

 


Si infittisce la trama delle elezioni Regionali. Di sicuro è che avvertimenti e scossoni fino ad ora non hanno portato Oliverio ad arretrare, anzi il governatore continua come un ariete la sua corsa  e allo stesso tempo non prende nemmeno in considerazione l’idea di lasciare il Partito democratico.

 

A Lamezia, al secondo piano di un condominio destinato ai lavoratori Telecom la sede che dovrebbe segnare l’avvio pragmatico della campagna. Un appartamento troppo piccolo per contenere gli intervenuti tanto che per motivi di sicurezza si è stati costretti a scendere nel cortile, al buio e per la maggior parte del tempo con un governatore dalla voce provata costretto a parlare senza microfono.

 

Tante le assenze. A partire dal segretario della Federazione di Cosenza Luigi Guglielmelli e della parlamentare Enza Bruno Bossio. Lo spettro del commissariamento potrebbe avere inciso sulla scelta di non prendere parte all’evento perché ad avere attirato le ire di Zingaretti potrebbe essere stato l’appoggio spassionato ad Oliverio e le stoccate a Callipo.

 

Assenti anche molti dirigenti del Pd, sindaci, associazioni. Tante le assenze rispetto all’evento tenutosi un mese fa nell’area industriale. «La coalizione è stata snobbata e schiaffeggiata - ha detto il governatore – bisogna riaprire e riannodare i rapporti con le forze del centrosinistra che nel 2014 ci hanno consentito di vincere le elezioni».

 

«A Zingaretti non ho chiesto posti o nomine ma solo che il mio partito mi ridia l’onore e la dignità che mi è stata messa in discussione e di farlo con atti politici concreti ed aprire un percorso di costruzione» ha aggiunto.

Giornalista
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