Il presidente della Regione Mario Oliverio, accompagnato dal suo delegato alla sanità Franco Pacenza e dal direttore generale del dipartimento Salute Bruno Zito, è stato audito, nella prima mattinata di oggi, dalla Commissione Salute del Senato, che ha inteso svolgere una ricognizione sulle condizioni del sistema sanitario calabrese. «I calabresi meritano rispetto», ha esordito Oliverio. Anche in questa circostanza, il presidente della Giunta regionale ha ribadito «la grande preoccupazione e l'amarezza per come è stato sfregiato il sistema sanitario calabrese. Il Piano di rientro prima e l'istituto commissariale poi, dovevano sopperire alle inadempienze delle diverse esperienze politiche e dare alla Calabria un sistema efficiente ed in linea con le altre regioni del Paese. Risanamento economico, riorganizzazione ed efficientamento del sistema, garanzia dei livelli essenziali di assistenza (Lea): erano questi gli obiettivi strategici delle gestioni commissariali. Dopo 8 anni, purtroppo, non c'è nulla di tutto questo, anzi, per come afferma il tavolo di monitoraggio di verifica degli adempimenti, nella seduta del 18 luglio ultimo scorso, la Calabria rischia di ritornare in Piano di rientro per disavanzo finanziario, con conseguenze drammatiche sul Servizio Sanitario calabrese e sull'insieme della Regione con interventi automatici, quali il blocco del turn-over e l'aumento della fiscalità regionale. Sarebbe una ulteriore beffa insopportabile che il commissario al risanamento finanziario ci riporti in disavanzo e, quindi, nuovamente in piano di rientro».

Oliverio ha sollecitato la sede parlamentare a lavorare in cooperazione con la Regione «per chiudere definitivamente la stagione dei commissariamenti e ridare ai poteri democratici la pesante responsabilità di misurarsi in una così delicata attività di governo. La stagione dei commissari ha fallito i suoi obiettivi. Il dato, poi, che la Calabria è l'unica regione nel Paese in cui persiste una funzione commissariale, che non coincide con i poteri democratici, rende ancora più insopportabile la permanenza di tale istituto. Ho chiesto, sin dal mio insediamento, che risale a circa 4 anni fa, ascolto e cooperazione ai diversi Governi che si sono succeduti, ma non ho trovato risposte. L'ho chiesto anche all'attuale Governo. Lo chiedo anche oggi a questa aula parlamentare».

 

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