La proroga del Decreto Calabria darà il via libera per la scelta dei commissari della sanità. Ma in ballo ci sono anche i nuovi dg della Cittadella. E presto arriveranno le new entry in Giunta (ASCOLTA L'AUDIO)
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La rivoluzione di novembre partirà proprio oggi, a patto che il Governo Meloni tenga fede a quanto promesso. Il Consiglio dei ministri di questa sera – oltre ad approvare la Nota di aggiornamento al Def e le misure economiche contro il caro bollette – dovrebbe prorogare il Decreto Calabria, la legge speciale per la sanità regionale.
Le rassicurazioni a Occhiuto
L’esecutivo, sul punto, avrebbe dato le sue «rassicurazioni» direttamente al presidente della Regione, Roberto Occhiuto. Che, dal Cdm, aspetta il segnale concordato per iniziare a sovvertire tutto, o quasi.
La rivoluzione, si sa, non è certo un pranzo di gala, e il governatore sarebbe pronto a far rotolare tante teste. Con un obiettivo: rimodellare la Regione e i suoi vertici per renderli più funzionali al proprio progetto politico.
Proprio oggi, nell’annunciare l’approvazione, da parte della Commissione europea, del Programma operativo 2021-2027 della Regione, che prevede risorse pari a 3,17 miliardi, Occhiuto ha lanciato una «nuova sfida» alla «burocrazia» della Cittadella: «Riuscire nel più breve tempo possibile a partire con i nuovi bandi in tutti gli ambiti del programma». Quello del governatore sembra una sorta di avviso ai naviganti: chi non sarà all’altezza del compito sarà messo da parte.
Nuovi commissari?
La proroga del Decreto Calabria permetterà a Occhiuto di concludere la ricognizione del debito («spero entro fine anno») ma anche di confermare o sostituire gli attuali vertici delle aziende provinciali e ospedaliere. Per ora nessuno, ai piani alti di Germaneto, sembra conoscere le reali intenzioni del presidente, anche se diversi addetti ai lavori ritengono che potrebbe decidere di fare a meno di qualche commissario poco gradito. È il caso di ricordare che gran parte degli attuali manager erano stati scelti dal tecnico che aveva gestito la Sanità prima di Occhiuto, l’ex prefetto Guido Longo.
I dg della Cittadella
La sanità è solo uno degli ambiti da ridefinire per il buon esito della rivoluzione. L’altro è l’organigramma della Cittadella. Il 6 novembre scadono gli incarichi di molti direttori generali, gli uomini-chiave per vincere la «sfida». Anche in questo caso, le indiscrezioni sulle intenzioni di Occhiuto non abbondano. Ma la più ricorrente è questa: il presidente procederà con «qualche conferma» senza rinunciare a diversi «volti nuovi». Tradotto: anche nei dipartimenti volerà qualche testa, forse anche per effetto di una possibile modifica della struttura burocratica della Cittadella.
In due uffici strategici, intanto, Occhiuto si è affidato all’usato sicuro. Proprio ieri ha firmato i decreti per la conferma di Eugenia Montilla e Tommaso Calabrò, rispettivamente dg di Segretariato generale e Transizione digitale. Rimarranno al loro posto anche i dirigenti nominati nell’ultimo anno: Filippo De Cello (Economia e finanza), Jole Fantozzi (Salute), Domenico Costarella (Protezione civile) e Maurizio Nicolai (Programmazione comunitaria). Un altro punto fermo è il vice capo di gabinetto, Marina Patrizia Petrolo, entrata in servizio pochi giorni fa dopo aver atteso a lungo il nulla osta del ministero dell’Interno, suo ente di appartenenza. Petrolo è la moglie di Tonino Daffinà, amico e collaboratore storico del presidente.
E la Giunta
A novembre non ci saranno solo scelte tecniche. La prossima settimana Occhiuto incontrerà Matteo Salvini e i dirigenti di Fratelli d’Italia per individuare i sostituti degli assessori Tilde Minasi e Fausto Orsomarso, appena eletti in Senato. Ai due partiti il compito di fare i nomi, al governatore quello di dare l’imprimatur finale.
Molto trambusto in casa Lega. In corsa per il dopo Minasi – secondo quanto trapela da ambienti del Carroccio – potrebbero esserci le ex candidate Emma Staine (Europee 2019) e Caterina Capponi (Regionali 2020). Non sono tuttavia da escludere colpi di scena.
Incertezza massima anche in Fdi, dove più di un dirigente regionale lamenta l’assenza di dibattito interno, a riprova del «verticismo» di un partito che «non ha coinvolto i vertici locali neanche in occasione della formazione delle liste per il Parlamento».
Al momento, a contendersi il posto di Orsomarso sono il coordinatore cosentino Angelo Brutto – che conta sull’appoggio dell’assessore uscente – e il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese. Quest’ultimo, spiega chi sta seguendo da vicino la trattativa, al momento sarebbe il favorito del pronostico, visto che a supportarne le ambizioni è Giovanni Donzelli, il fedelissimo di Meloni che presto potrebbe diventare il nuovo coordinatore nazionale del movimento.
Occhiuto vorrebbe chiudere in fretta la partita. A lui, in fondo, le dinamiche interne ai partiti interessano poco. Quel che gli sta a cuore è la rivoluzione, quella che parte oggi.