Occhiuto prova a convincere Catanzaro: «Sono in campo» ma Abramo diserta la conferenza

Il primo cittadino bruzio ha avvertito Lega e FdI che nell’eventualità non dovessero esprimersi a favore della sua candidatura potrebbe andare avanti senza di loro. Se non è una sfida poco ci manca. In altri tempi una posizione del genere sarebbe bastata a qualsiasi segretario politico per mandare a quel paese chiunque l’avesse pronunciata. Un atteggiamento alquanto folle soprattutto per un politico assediato da una serie di problemi di non facile soluzione come quelli che riguardano il sindaco di Cosenza

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di Pa. Mo.
13 giugno 2019
17:21
Il sindaco Occhiuto
Il sindaco Occhiuto

Mario Occhiuto, si presenta a Catanzaro per ribadire di essere in campo come candidato alla presidenza della Regione, ammette di non avere il via né dal centrodestra né da Berlusconi ma si appella ad un accordo nazionale che assegnava a Forza Italia la candidatura in Calabria. Poi però avverte i suoi potenziali ma silenti alleati: “io ci sono e vado avanti”. Ostenta sicurezza, ma la sensazione che si respira è quella di un’accoglienza tiepida, quasi indifferente. In sala solo i consiglieri regionali Tallini e Parente, i giornalisti e un truppone di consulenti e collaboratori del comune bruzio. Un po’ poco per definirla un’iniziativa di successo. Sergio Abramo, sindaco e presidente della provincia del capoluogo si è guardato bene dal farsi vedere. Per il resto nella conferenza stampa  è andato in scena il solito cliché targato Occhiuto tutto improntato al civismo e sul buon modello di governo cosentino. Il tentativo di intimorire i potenziali alleati, invece, è stato l’aspetto più interessante della conferenza stampa convocata da Occhiuto nel capoluogo. Il primo cittadino bruzio, infatti, ha avvertito la Lega e FdI che nell’eventualità non dovessero esprimersi a favore della sua candidatura potrebbe andare avanti senza di loro. Se non è una sfida poco ci manca.  


In altri tempi una posizione del genere sarebbe bastata a qualsiasi segretario politico per mandare a quel paese chiunque l’avesse pronunciata. Vedremo come si regoleranno nei prossimi giorni i dirigenti della lega e di Fdi. Tuttavia, i rudimenti della politica avrebbero dovuto indurre anche  al più sprovveduto dei politici di impugnare ago e filo e ricucire ogni strappo per arrivare all’obiettivo di conquistare la nomination della candidatura. Una politica sensata avrebbe dovuto mettere in atto le più sofisticate azioni di mediazione dai territori fino ai capannelli del transatlantico di Montecitorio, piuttosto che, impugnare la scimitarra e minacciare di tagliare qualsiasi testa che si contrappone al proprio progetto come sostanzialmente sta facendo Occhiuto.  


Un atteggiamento alquanto folle, soprattutto per un politico assediato da una serie di problemi di non facile soluzione come quelli che assediano il sindaco di Cosenza. Se un aspirante governatore come Occhiuto, infatti, con una tonnellata di guai giudiziari sulle spalle, espressione di un partito come Forza Italia, che gli ultimi sondaggi quantificano intorno al 6% e, quindi, pari a FdI, ritiene che  i suoi potenziali alleati possano accettare senza colpo ferire le sue condizioni, evidentemente, deve essere convinto che sia la Lega che il partito della Meloni, almeno in Calabria, siano alla canna del gas. E tuttavia, né la lega né FdI sembrano scomporsi più di tanto, anzi, allo stato la candidatura di Wanda Ferro è ancora sul tavolo con la benedizione della Meloni. La Lega continua a non spezzare nessuna lancia a favore di Occhiuto, anzi, sembra che stia attuando una serie di incontri al fine di individuare una candidatura credibile da portare sul tavolo del centrodestra. E tutto ciò,  mentre  i  vertici romani di Forza Italia, a partire da Berlusconi, continuano a tacere. Insomma, ce ne sarebbe abbastanza per indurre chiunque a porsi qualche domanda e darsi qualche risposta, invece di sfodarare improbabili e spuntate scimitarre politiche, ma evidentemente non per il sindaco di Cosenza. Anzi, sia per Mario Occhiuto che Iole Santelli, tutto va bene madama la marchesa.


Ci verrebbe da dire: beati loro per cotanta sicurezza. Comunque, sicurezza o meno di Occhiuto e della Santelli, una cosa appare certa: il quadro politico che dovrebbe sostenere l’aspirazione di Occhiuto invece di rafforzarsi si indebolisce giorno per giorno. E l’iniziativa di Catanzaro si inserisce in questo graduale contesto di sgretolamento politico e di consenso. Dopo l’avvertimento di Marcello Manna che ha candidato il modello Rende come vero interprete del civismo autentico, la stessa conferenza stampa  convocata da Mario Occhiuto a Catanzaro, con l’assenza di Sergio Abramo, ha evidenziato plasticamente che anche in Forza Italia qualcosa non va per il verso giusto. Abramo, infatti, non è proprio l’ultimo bottone del gotha calabrese del partito di Berlusconi, e tuttavia, c’è da scommettere che si dirà che Abramo fosse in trasferta istituzionale per inderogabili impegni romani. La solita pezza peggio del buco.


Pa.Mo. 

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Giornalista
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