«Io vorrei essere il presidente che non solo passa alla storia, ma che dimostra al Paese che la Calabria è una Regione bellissima, complicata ma straordinaria. Abbiamo grandi risorse e ricchezze incredibili e giovani straordinari. I giovani che si laureano nelle università della Calabria in informatica e in statistica trovano lavoro nel 100% dei casi, ma fuori dalla Calabria».

Sanità, politica nazionale ed estera, Pnrr, centrodestra e alleati. È un Roberto Occhiuto a tutto campo quello che intervenendo questo pomeriggio a “Zapping”, su Rai Radio 1, prova a raccontare una nuova Calabria: «In questi giorni è stato un diluvio di emergenze. Mi provoca adrenalina questa cosa, mi piace ma so che sarà un lavoro complesso e duro».

Dopo aver ricordato la necessità della Calabria di dotarsi di un apparato burocratico efficiente che la rappresenti al meglio anche sui tavoli nazionali, Occhiuto ha ricordato il primo obiettivo centrato dopo la sua elezione, e cioè la nomina a Commissario per la sanità: «Il giudizio nei confronti della Calabria è sempre lo stesso, si ritiene una regione perduta e allora mandano comandanti dei carabinieri, generali della guardia di finanza, ma mai persone che abbiano competenze nell'organizzazione della sanità. Ecco io ho voluto assumermi questa responsabilità perché so che mi gioco tutto proprio sulla sanità della mia regione e farò le cose sul serio».

Occhiuto: «Pnrr, appuntamento con la storia per le regioni del sud»

«Ho sempre sostenuto che le risorse del Pnrr sono come la benzina per il Paese, ma il Recovery impone anche di fare le riforme per ammodernare il motore dell’Italia, che deve funzionare bene per poter utilizzare in modo adeguato i fondi europei che arriveranno nei prossimi anni».

Per Occhiuto, ancor di più questo ragionamento vale per il Mezzogiorno. «Sono contento che il governo stia selezionando mille esperti da assegnare alle Regioni, per assistere i governatori nella spesa delle risorse del Pnrr. Il difetto di una burocrazia che non sempre riesce a realizzare gli obiettivi che i governi regionali si pongono rischia di farci perdere delle occasioni. E l’appuntamento con il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un appuntamento con la storia che le Regioni del Sud non possono perdere».

Occhiuto: «Con Berlusconi al Colle e Draghi al governo Italia potrebbe guidare Ue»

«Il presidente Berlusconi non può essere un candidato di bandiera o di una parte politica, deve essere il candidato che sceglie il Parlamento, se ha voglia di sceglierlo. Io credo che potrebbe essere una grande risorsa per il nostro Paese».

Così Roberto Occhiuto ha risposto al conduttore quando gli ha chiesto se l’ipotesi Berlusconi presidente della Repubblica è concreta, aggiungendo: «Lei immagini, l’Italia rappresentata alla presidenza del Consiglio da Draghi e alla presidenza della Repubblica da Berlusconi, che è stato quello che ha fatto stringere la mano al presidente degli Stati Uniti e a quello della Russia a Pratica di Mare, che ha fatto sempre cose straordinarie in politica estera, che ha una autorevolezza riconosciuta in tutta Europa e nella comunità internazionale. Tutto questo mentre non c’è più la Merkel e quindi l’Europa non ha più una guida. L’Italia, con Draghi al governo e Berlusconi al Quirinale, potrebbe davvero guidare l’Unione europea».

Occhiuto: «Si discuta meno di leadership e più dei problemi dei cittadini»

Parlando del momento attuale del centrodestra nazionale, Occhiuto indica la direzione, tutto sommato descrivendo una coalizione in salute: «Non è la prima volta che una parte della coalizione di centrodestra è all’opposizione. All’inizio di questa legislatura, la Lega era al governo con i 5 Stelle, noi e Fratelli d’Italia eravamo all’opposizione. Credo che non sia un fattore che divide la coalizione, peraltro noi ci siamo presentati sempre uniti, anche alle ultime amministrative».

Il presidente Occhiuto, si dice quindi certo che «dovremmo costruire un centrodestra dove si discute meno di chi dovrebbe avere la leadership e si ragiona di più sui problemi che interessano davvero ai cittadini».