Anche a Cosenza si è svolto un sit-in di protesta nella giornata di Santo Stefano, organizzato dal movimento politico “Potere al popolo” contro il lavoro festivo determinato dalla liberalizzazione delle aperture domenicale e festive degli esercizi commerciali introdotta nel dicembre del 2011 dal governo Monti, nell’ambito del decreto SalvaItalia. Nel capoluogo bruzio la manifestazione si è svolta in Piazza Riforma.

Lavoratori costretti a rinunciare alle festività

«L’apertura nella giornata di Santo Stefano è una vera e propria violenza nei confronti di chi deve obbligatoriamente rinunciare alla festività ed al piacere del riposo e dello svago con la propria famiglia – si legge in una nota del partito - Rappresenta un ulteriore tassello a quell’attacco ai diritti ed alle condizioni di lavoro che in Italia prosegue da un quarto di secolo, grazie all’opera portata avanti indistintamente dalla destra e dalla “finta sinistra” alla D’Alema e Bersani, che hanno operato per rendere il lavoro sempre più flessibile e precario, seguendo da fedeli esecutori gli imperativi della finanza e dell’Unione Europea. Ottenendo in cambio privilegi, poltrone, carriere, soddisfacimento di interessi personali».

La precarietà condanna alla disoccupazione

«Mentre il popolo che vive del suo lavoro – prosegue il comunicato - ha subito la condanna di quella flessibilità e precarietà che in tutta Italia, con conseguenze drammatiche in territori devastati come la nostra regione, hanno un solo significato: cedere ai ricatti dei padroni, piegarsi al loro voleri, accettare le loro condizioni. Che sono lavoro nero, sottopagato, senza alcuna protezione e sfruttato all’inverosimile. Con l’unica alternativa della disoccupazione a vita o dell’emigrazione, destino che tocca oramai ad un numero sempre maggiore di persone».