«Sono avvilito per come è stata trattata la Calabria, anche per gli ultimi aggiornamenti sulla questione della nomina di Gaudio, ciò ci dimostra la confusione totale in cui il governo ha portato la nostra regione». Così il docente universitario Nicola Fiorita ospite della puntata odierna della trasmissione Prima della notizia condotto da Pasquale Motta.

Si è discusso della incresciosa situazione politica e sanitaria che la Calabria sta affrontando in questo preciso momento storico. 

«Nell’ora più buia della sua storia la Calabria avrebbe bisogno di una guida salda - sostiene Fiorita -. Non ce l’ha nel governo regionale, la spregiudicatezza del centrodestra ha consegnato il nostro presente a un personaggio improbabile, mai votato da nessuno, come è il presidente facente funzioni Nino Spirlì. E non ce l’ha nemmeno sul versante sanitario dove noi, in 15 giorni, abbiamo assistito a cose che non avremmo mai pensato di vedere. Tutta la gestione di questa vicenda è approssimativa ai limiti dell’inverosimile».

«Quello che è successo ieri mi è sembrato quasi un dispetto ai calabresi. Come dire: non avete voluto Zuccatelli? Fate proteste? Allora vi beccate questa situazione - ha proseguito il professore -. Onestamente non ho la presunzione di dire chi deve essere a guidare la sanità calabrese cosi disastrata in un momento così delicato. Però è certo che la generosa disponibilità e dignità di Gino Strada ci ha fatto comprendere quanto lui sia un gigante e che la sua presenza sarebbe una grande possibilità per la Calabria. Non siamo noi a dover tratteggiare o a valutare un curriculum, però è certo che la Calabria avrebbe bisogno alla guida qualcuno che non fosse un negazionista, qualcuno che non fosse legato a logiche di potere chiare».

«La questione non la possiamo ridurre a dei nomi, il tema è andare oltre le persone - porsegue Fiorita -.  Il tema è riproporre in questa regione, che oggi avverte sulla propria pelle che cosa significa avere una sanità pubblica inefficiente. Riproporre la questione della trasparenza della gestione, eliminare tutte quelle sacche di potere clientelare che negano ai calabresi un diritto essenziale quale il diritto alla salute».

In questo frangente politico, per il docente, la Calabria avrebbe bisogno: « Di un momento di rottura! Questa vicenda ci dice che la sola forza di un popolo, tramite social e manifestazioni, ha fatto saltare i due nomine sbagliate - e che - la politica deve decidere che cosa fare. La Calabria conta non è una colonia, i calabresi non sono merce di scambio. Si ci deve assumere la responsabilità di dare alla nostra regione un sistema sanitario efficiente oppure i calabresi se lo faranno da soli».

«Questo significherà porre al centro dell’attenzione che cosa è stata la sanità privata - continua il professore - negli anni passati in Calabria, dove accanto a delle eccellenze ci sono ancora dei grandi serbatoi di potere, di potere clientelare che incidono notevolmente anche sulla formazione del consenso elettorale».

«È un tempo molto difficile, non sappiamo quando voteremo, non sappiamo che margine avremo per aggregare intorno dei progetti di cambiamento le forze politiche sane di questa regione però bisognerà provarci - conclude Nicola Fiorita -. Il ruolo dei partiti nell’imminente futuro dipenderà dai partiti stessi. Se i partiti si aprono, se si riconnettono al sentire della popolazione allora ci può essere uno scambio proficuo tra queste forze civiche e la classe dirigente. Altrimenti c’è solo una soluzione chiudersi in laboratorio e cercare un vaccino contro il virus della cattiva politica».