A perdere la vita un 62enne: il mezzo di soccorso è arrivato con due ore di ritardo perché impegnato in un altro intervento. Il consigliere regionale cinquestelle chiede soluzioni: «La salute dei cittadini deve essere una priorità assoluta»
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Sulla vicenda del 62enne morto a seguito di un infarto a Trebisacce, il consigliere regionale cinquestelle Davide Tavernise ha presentato un’interrogazione al presidente della Giunta regionale e commissario ad acta della sanità in Calabria, Roberto Occhiuto. L’uomo ha avuto un malore mentre si trovava al lavoro ed è stato trasportato in ospedale, lì sono state attivate le procedure per richiedere l’intervento dell’elisoccorso che però è arrivato con due ore di ritardo, perché impegnato in un altro intervento nell’Alto Jonio.
«Questa tragedia – scrive Tavernise – evidenzia ancora una volta le gravi carenze del sistema di emergenza-urgenza nel nostro territorio e la necessità di un intervento immediato per garantire soccorsi tempestivi ed efficienti. Non possiamo permettere che ritardi di questo tipo diventino la norma, mettendo a rischio la vita di chi si trova in situazioni di emergenza. Il concetto di "golden hour" in ambito cardiologico è ben noto: il trattamento entro i primi 60 minuti è cruciale per la sopravvivenza del paziente. Tuttavia, la mancanza di un'Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC) presso l’ospedale di Trebisacce ha reso necessario il trasferimento, ritardando un intervento che avrebbe potuto salvargli la vita».
Non si tratta di un caso isolato, sottolinea Tavernise, ricordando il caso del 48enne di San Giovanni in Fiore morto durante il trasporto in ambulanza verso il più attrezzato ospedale di Cosenza. «Episodi come questi – dice – pongono interrogativi ineludibili sulla capacità del sistema sanitario calabrese di garantire il diritto alla salute dei cittadini, soprattutto nelle aree più disagiate. Per questo motivo, ho interrogato il presidente della Regione per sapere se intende assumere tutte le iniziative necessarie e urgenti per potenziare la rete di emergenza-urgenza nell’alto Jonio cosentino, con particolare riferimento all’ospedale "Chidichimo" di Trebisacce».
Aggiunge il consigliere del Ms5: «È bene ricordare che la sentenza n. 87 del 2020 ribadì l'obbligo di riaprire l'ospedale “Chidichimo” come ospedale di base, con l'obiettivo di ripristinare i servizi sanitari essenziali per la popolazione dell'alto Jonio cosentino, e sottolineò che il Commissario ad acta disponeva di tutti i poteri necessari per reperire le risorse finanziarie e adottare i provvedimenti necessari per l'esecuzione del giudicato. Solo recentemente, però, sono stati compiuti passi significativi verso la riapertura dell'ospedale di Trebisacce, riconoscendone l’importanza come presidio “di frontiera” che serve un'area vasta e con collegamenti difficili e che può fermare l’emorragia di risorse economiche causata dalla mobilità passiva. L'attivazione di un'Utic presso l'ospedale “Chidichimo” e l’istituzione di una U.o. di Cardiologia, annessa al Reparto di Medicina Generale recentemente riattivato, dopo 14 anni, consentirebbe una gestione più rapida e qualificata delle emergenze cardiologiche, riducendo la necessità di trasferimenti rischiosi».
«La salute dei cittadini deve essere una priorità assoluta – conclude Tavernise -, e la Regione ha il dovere di garantire servizi sanitari efficienti e accessibili a tutti. Non possiamo permetterci ulteriori ritardi e tragedie evitabili. Chiedo alla Giunta regionale di assumersi la responsabilità di intervenire concretamente, affinché episodi come quelli di Trebisacce e San Giovanni in Fiore non si ripetano mai più».