«Con Emanuele Macaluso se ne va un pezzo straordinario della storia della sinistra italiana». Così Giacomo Mancini, già deputato socialista, esprime il suo cordoglio per la morte dell'ex parlamentare e direttore dell'Unità.

L'amicizia con il Leone socialista

«Il suo impegno - aggiunge - si forgiò nelle lotte sociali. Era al fianco dei contadini il giorno dell’eccidio di Portella della Ginestra. Il processo contro gli uomini della mafia che ordinarono quella strage si svolse a Catanzaro con Fausto Gullo e Pietro Mancini difensori di parte civile. Nel collegio difensivo c’era anche mio nonno Giacomo. Fu in quegli anni che iniziò l’amicizia tra i due che durò per tutta la vita».

L'orazione ai funerali di Piazza dei Bruzi

«Emanuele era leader della corrente cosiddetta migliorata all’interno del Pci, insieme a Giorgio Amendola e Giorgio Napolitano. Giacomo, socialista e autonomista, ma sempre attento ad un dialogo a sinistra volle anche Emanuele a pronunciare l’orazione il giorno del suo funerale laico in piazza dei Bruzi a Cosenza - ricorda Mancini jr - Sarà anche per onorare il rapporto con mio nonno che Emanuele mi ha sempre trattato con affetto».

Addio grande Compagno

«Lo ricordo seduto al tavolo di una trattoria vicino a via Rasella a Roma e sul suo divano rosso della sua casa piena zeppa di libri a Testaccio. Era prodigo di consigli. L’impegno antimafia sempre da posizioni garantiste. Di analisi. E anche di ricordi delle battaglie: “Con Girolamo Li Causi nel settembre 1944 andammo a Villalba, uno dei feudi della mafia, a sfidare il boss Calogero Vizzini e ci spararono addosso”. E oggi solo a pensare ad un gigante come Emanuele Macaluso - conclude Mancini- pronunciare con la sua voce dolce le parole lotte e battaglie, mi escono le lacrime. Addio Emanuele, addio grande Compagno, che la terra ti sia lieve».