Sanità, il ministro “riduce” i commissariamenti. Fine dell'era Cotticelli?

Le linee programmatiche di Roberto Speranza prevedono una stretta ai regimi speciali: «Quando serve, meglio intervenire sulle singole aziende sanitarie». Anche per le assunzioni novità in vista: «Serve più flessibilità»

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di Pietro Bellantoni
24 ottobre 2019
13:34

Tempo scaduto per il commissario della sanità calabrese? Presto Saverio Cotticelli potrebbe lasciare l'incarico che gli è stato conferito dal governo ormai quasi un anno fa. Non per suoi precisi demeriti, ma per una ben ponderata scelta politica.

Stamattina il ministro della Salute Roberto Speranza, nel corso dell'audizione a Palazzo Madama davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato, ha presentato le sue linee programmatiche, nelle quali sono previste norme più stringenti sui commissariamenti, che dovranno essere «una forma di intervento estrema».


La scelta di Speranza riguarda dunque da vicino la Calabria, sottoposta a Piano di rientro dal debito dal 2009 e commissariata dal lontano 2010. Dieci anni di regime speciale che non hanno però risolto i problemi storici della sanità regionale, dal controllo dei conti all'erogazione dei servizi essenziali, dalle assunzioni di personale medico e infermieristico agli investimenti per le infrastrutture.

Per Speranza, in caso di difficili situazioni finanziarie, non si devono approntare misure onnicomprensive, ma «bisogna commissariare le singole aziende sanitarie, evitando interventi tout court, a livello di tutta la regione». Si tratterebbe di un cambio di prospettiva radicale, conforme alle dichiarazioni che il ministro aveva rilasciato all'indomani del suo insediamento: «Serve una discussione per superare questa stagione, perché è una modalità che non ha portato a grandi risultati. Servono modelli più flessibili tranne che in casi straordinari».

Parole che avevano ridestato le speranze del governatore Mario Oliverio, che dal 2015 chiede la sua nomina a commissario o l'uscita dal regime speciale.

Le assunzioni

Speranza ha annunciato cambiamenti anche per le assunzioni, che in Calabria sono “razionate” proprio per via del blocco del turnover imposto dal Piano di rientro.
«È necessario – ha spiegato – intervenire sui vincoli alle assunzioni, rendendoli maggiormente flessibili così da fronteggiare la molteplicità di esigenze connesse con le cure» e in modo tale anche da «superare le condizioni di precarietà molto presenti sul territorio». Sono allo studio «misure specifiche» perché «c'è un grido di dolore che arriva dalle regioni, e che non possiamo non ascoltare».

Nuova ripartizione

Le novità, per la Calabria, potrebbero riguardare anche l'assegnazione dei fondi. Speranza ha anticipato che, a partire dal 2020, «il ministero della Salute dovrà proseguire le attività finalizzate alla revisione del sistema di ripartizione regionale del finanziamento del servizio sanitario nazionale, basata su dati di bisogno sanitario della popolazione e sulla definizione di strumenti per la rideterminazione del fabbisogno regionale standard».

«Una revisione dei criteri di pesatura – ha detto ancora il ministro – si impone anche al fine di dare compiuta applicazione alle vigenti disposizioni e per consentire una corretta individuazione dei fabbisogni regionali senza dover ricorrere all'introduzione di norme apposite che consentano deroghe nella normativa vigente».

Più risorse Quello di Speranza è un cambio di passo rispetto al passato, come testimonia la nuova legge di bilancio. «Il testo della Manovra – ha sottolineato il ministro – segnala un'attenzione molto significativa e importante al comparto sanitario. Si chiude la stagione dei tagli e si ricomincia a investire in maniera consistente. I 2 miliardi in più sul fondo sanitario nazionale sono confermati, così come 1,5 miliardi per il 2021».

Cotticelli contestato

Resta la domanda: Speranza applicherà subito le sue linee programmatiche anche in Calabria? In attesa delle sue determinazioni, Cotticelli rimane nella sua scomoda trincea.

L'ultimo attacco al commissario, in ordine di tempo, è firmato dalle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, che ritengono «inaccettabile» la «superficialità» con la quale Cotticelli «ha deciso di far saltare il tavolo istituzionale che era stato istituito, la settimana scorsa, durante la riunione svoltasi presso la Prefettura di Catanzaro».

Il commissario «non è venuto meno solo agli impegni assunti nei confronti delle organizzazioni sindacali ma, con la sua inspiegabile decisione, ha disatteso gli accordi sottoscritti davanti al massimo rappresentante del governo in terra di Calabria».

Cotticelli «continua a non comprendere la delicatezza della stagione che sta attraversando questa regione, soprattutto in un settore delicato qual è quello sanitario. Siamo fortemente preoccupati davanti a questa rinnovata disattenzione da parte di un organo che, allo stato attuale, non pare godere di quella straordinaria autonomia della quale pareva essere stato dotato con l’istituzione del “Decreto Calabria”».

A preoccupare la triade è soprattutto il Piano operativo, di cui «non abbiamo traccia, nonostante le rassicurazioni del generale Cotticelli. E la cosa ci preoccupa». I sindacati – dopo aver ricordato «che non faremo sconti davanti a ulteriori ritardi» – avvertono Cotticelli: «Se le cose non dovessero cambiare, come appare ormai certo, la Calabria e i calabresi dovrebbero sopportare il peso di tasse sempre più alte, di inefficienze sempre più vistose e la riproposizione di quel blocco del turnover che sta frenando la crescita occupazionale di tanti professionisti e frenando la crescita qualitativa dei servizi offerti. Un rischio che riteniamo insopportabile e per evitare il quale siamo pronti a mobilitarci e a scendere nuovamente in piazza».

bellantoni@lactv.it

Giornalista
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