Il tour calabrese della presidente della Parlamento europeo coincide con l’apice dello scontro con i sovranisti italiani. Una situazione che rafforza le ambizioni politiche dei moderati azzurri
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Il tour della presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, sbarca in Calabria in un momento particolare. Proprio mentre Salvini si riunisce a Firenze con gli estremisti di destra di mezza Europa e attacca la stessa Metsola accusandola di non meglio precisati inciuci con le sinistre.
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La leader europea è venuta per inaugurare la nuova centrale operativa regionale del 112, ma naturalmente si è finito a parlare di politica ed Europee. Lei di certo non si scompone per l’attivismo di Salvini e anche oggi a Catanzaro ha detto che «la risposta è chiara. Io sono qui come presidente del Parlamento Europeo. Volevo venire al Sud d'Italia per fare un appello affinché i cittadini italiani partecipino alle elezioni di giugno. Un messaggio per me pro-europeista che vuole che noi per i prossimi cinque anni scegliamo la direzione dell'Europa». Come dire c’è chi è a favore dell’Europa e chi no.
In realtà Salvini in questi giorni si sta agitando molto per mero calcolo elettorale. Sa bene che non può confluire nel gruppo dei conservatori Ecr perché finirebbe nuovamente a fare il secondo della Meloni, così come a Roma. Allora ha deciso di tentare questa strana battaglia di posizionamento e diventare leader del gruppo “Identità e democrazia” scommettendo sul flop della famosa maggioranza “Ursula”. Se è una scommessa vincente, lo si vedrà appunto dopo le Europee.
Pensare, però, che gli alleati siano preoccupati da questo strano Giano bifronte politico che passa in poco tempo da un convegno degli estremisti antieuropei ad una posizione credibile di governo, è sbagliato. Si sa che chi si sposta a destra lascia il centro scoperto. Così il partito del presidente Occhiuto, gongola. Antonio Tajani, che sta accompagnando la Metsola nel suo tour in Italia, si sta sfregando le mani, convinto che questo di Salvini sarà un boomerang. Le cronache dei giornali lo danno molto attivo. A Bergamo, ha incontrato i vertici di Confindustria di Gewiss, Brembo, Percassi. Promette un approccio diverso sui migranti. Si impegna ad allargare le quote di migranti regolari per rispondere alle richieste di manodopera degli imprenditori. Sabato, era a Venezia, a casa di Luca Zaia, e ha detto: «Flavio Tosi potrebbe governare benissimo il Veneto» per ottenere la candidatura del suo Vito Bardi in Basilicata. Insomma si sta impegnando a recuperare ogni centimetro quadrato lasciato libero dall’alleato-avversario. La strategia però è quella di evitare ad ogni costo la polemica, che magari lascia volentieri alle seconde file del partito che sottolineano in varie dichiarazioni la diversità fra la Lega e Forza Italia. Lui e la Meloni sono convinti che tutto questo agitarsi alla fine legherà le mani a Salvini.
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