Lo afferma in una nota il portavoce pentastellato a Montecitorio: «Le attrezzature dei laboratori sono di livello internazionale ma manca il personale che possa utilizzarle a pieno regime»
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«Sono un chimico organico e da uomo di scienza sono rimasto profondamente amareggiato dallo scempio che la vecchia politica regionale ha fatto della Fondazione Terina». Così il deputato del M5S Alessandro Melicchio, membro della VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione che ha voluto visitare i laboratori dell’ente in-house della regione Calabria, a Lamezia Terme. «Ho voluto incontrare il nuovo presidente, che mi sembra dotato di buone intenzioni - continua Melicchio - ma non basta perché la situazione in cui versa la Fondazione Terina richiede grandi sforzi da parte della Regione Calabria per risollevarla dal buco in cui l’ha portata la scellerata gestione partitica, di destra e sinistra indistintamente, nel corso degli anni». Per il deputato del M5S c’è una sola via su cui puntare, data dalla dotazione infrastrutturale dell’ente.
«Le attrezzature dei laboratori sono di livello internazionale ma mancano di personale che possa utilizzarle a pieno regime. Tali strutture dovrebbero essere una risorsa fondamentale per tutta la nostra regione nel settore agricolo, agroalimentare, agroindustriale, ambientale e persino sanitario. Purtroppo però non c’è un solo dipendente in possesso di un dottorato di ricerca e la maggior parte della pianta organica è incredibilmente composta da guardie giurate e amministrativi mentre le figure di ricercatori e tecnici sono minime in numero». Il rilancio dell’Ente però, trova la sua maggiore criticità nell’importante massa debitoria causata dalle precedenti amministrazioni. «Ho detto al presidente Masi che mi impegnerò con il Ministero competente - continua Melicchio - per vedere se è possibile rimodulare almeno una parte del deficit, ma le responsabilità politiche di questo sfascio devono essere chiare. Sono gli uomini di Loiero e di Scopelliti che si sono succeduti alla guida della Fondazione Terina ad avere colpe precise, che si sono mossi con la consapevolezza della più totale impunità, ed anche Oliverio si è accorto di dover far qualcosa solo in quest’ultimo anno del suo deludente mandato. E’ inconcepibile, ad esempio, che i tanti pannelli fotovoltaici dell’ente siano rotti o non funzionanti nonostante un milione e ottocento mila euro di soldi pubblici investiti, a quanto sembra senza neanche una gara e che i pochissimi pannelli in funzione non siano affatto una risorsa per la Fondazione in virtù di una concessione troppo benevola verso una ditta privata, come quelle che, come abbiamo tristemente imparato a vedere, si sono stipulate tutto a danno del pubblico in questi anni senza il M5S al governo».
Il parlamentare pentastellato conclude con un auspicio. «Le potenzialità sono enormi e un centro di ricerca di questo tipo servirebbe come il pane alla nostra regione. Nella food security, nella nutraceutica, nella valorizzazione dei prodotti agroalimentari di alta qualità, nella certificazione delle produzioni tipiche, nella tracciabilità dei prodotti e in tanti altri fattori competitivi importanti per la Calabria, l’attività della Fondazione Terina può essere indispensabile per le nostre piccole e medie imprese. La gestione di questi enti però deve cambiare totalmente. In questo caso hanno usato un fine nobile quale la ricerca per beceri fini clientelari! Hanno gestito ogni ente, dove ci siano soldi da manovrare, alla loro solita maniera: occupando le poltrone con propri uomini, usandole come serbatoio economico per interessi di partito. E’ l’ora di finirla una volta per tutte, perché i danni fatti, come la storia della Fondazione Terina dimostra, non sono più tollerabili».
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