VIDEO | L’ex ministro di Fi oggi al fianco di Calenda e Renzi. Condanna il retaggio ideologico che ancora domina il confronto sull'Autonomia differenziata: «Si può fare a patto che siano rispettati i diritti essenziali». E sulla sanità: «Nervo scoperto della Manovra, utilizziamo il Mes»
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«Ammetto che da genitore mi capita di dire dei no, detti a malincuore, ma indispensabili per crescere ed educare i propri figli». La "perfidia" esercitata da Mariastella Gelmini ha i sapori e gli odori di casa, ma quella subita, che ha lasciato il segno «è la caduta del governo Draghi per mano di alcune forze politiche». Ma è una perfidia, per l’ex ministro degli Affari regionali, che è stata subita dall’Italia intera.
Gelmini: «Vogliamo dare una casa ai popolari, liberali e riformisti»
L’ex ministro per gli Affari regionali, tra gli ospiti dell'ultima puntata di Perfidia di Antonella Grippo, prova a fornire i connotati del Terzo Polo, soprattutto dopo l’incontro tra Giorgia Meloni e Carlo Calenda. «Stiamo costruendo il Terzo polo con l’obiettivo di dare una casa ai liberali, ai popolari, ai riformisti e a coloro che sono stanchi del populismo e del sovranismo, dello scontro di cui è stato ostaggio il paese per troppi anni. Lo abbiamo registrato già in questo incipit con il Bilancio. Siamo stati criticati, da alcuni partiti della maggioranza e dall’opposizione, perché abbiamo fatto delle proposte alternative e le abbiamo sottoposte al Presidente del Consiglio».
Una critica rispedita al mittente: «Siamo pagati non per fare polemiche, ma per fare l’interesse del Paese. La manovra così com’è non ci convince, ma se avremo la possibilità di dare risorse alle scuole paritarie, a sostenere il diritto allo studio e risollevare almeno in parte la sanità, se potremo riformare il reddito di cittadinanza per darlo davvero a chi vive una situazione di difficoltà ed aiutare coloro che possono trovare un lavoro, allora avremo fatto un servizio al Paese».
Un distinguo, viste le frecciatine lanciate a chi siede dalla stessa parte dell’emiciclo parlamentare, che diventa quasi un manifesto: «La nostra opposizione è molto diversa da quella del Movimento 5 stelle e del Pd. L’Italia per troppi anni è stata ostaggio di scontri politici che hanno bloccato il paese, e quindi il Terzo Polo è esattamente la volontà di usare il buonsenso, la competenza, e la serietà per fare anche dall’opposizione gli interessi dell’Italia».
Gelmini: «Autonomia realizzabile se rispetta i diritti essenziali»
Per lei il dibattito sull’Autonomia differenziata risente di un retaggio ideologico che ha visto il tema, per troppo tempo, terreno di scontro e di un derby Nord-Sud. «Questa impostazione – dice Gelmini - ha fatto male all’Italia ed ha di fatto impedito l’attuazione dell’articolo 116 della Costituzione, perché l’autonomia è prevista dalla Costituzione. Però è chiaro che deve essere realizzata nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni. Il che significa che i diritti di cittadinanza devono essere garantiti indipendentemente dal luogo di residenza».
Il punto è però che, comunque, con o senza applicazione dell’art. 116 della Costituzione, questi diritti non sono rispettati: «A richiamarci alle nostre responsabilità è l’ultimo rapporto Svimez che ci dice che il divario Nord-Sud sta aumentando, come anche la povertà, e che probabilmente nel 2023 il Mezzogiorno avrà -0,4% di Pil. Quindi il problema è il metodo con cui si affrontano i problemi. Dobbiamo batterci in Parlamento, anche attraverso la manovra, per finanziare i diritti di cittadinanza, come asili nido e trasporto dei disabili. Solo allora potremo attuare l’articolo 116».
L’ex ministro annuncia quindi la presentazione di una serie di emendamenti per finanziare i Lep e per garantire pari opportunità tra Nord e Sud, perché «l’unica autonomia realizzabile è quella che rispetta la Costituzione e i diritti essenziali»
Gelmini: «Sanità nervo scoperto della manovra. Utilizziamo il Mes»
«La sanità è il nervo scoperto della Manovra». Ne è certa l’ex ministro Gelmini che offre all’opinione pubblica la visione del Terzo polo, non dimenticando comunque che è vero che stanzia 2 miliardi sul tema della salute, «ma sono poca cosa considerando i rincari legati all’energia, l’aumento del costo della materia prima e l’inflazione». E soprattutto Gelmini ricorda la vera emergenza nazionale che è la carenza di medici, di personale infermieristico e di figure che possano garantire il diritto costituzionale alla salute: «Abbiamo proposto l’utilizzo del Mes. Solo così noi possiamo affrontare questo tema. Sicuramente il Pnrr aiuta, ma sono risorse destinate alle strutture e alla strumentazione, ma poi la sanità va avanti con le persone. Comprendiamo che il Governo le risorse non ce le ha perché è tutto destinato o quasi all’energia, quindi pensiamo che l’unica strada sia quella di utilizzare il Mes».
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