Dopo il rigetto del ricorso del Comune di Bagaladi in merito all’ente capofila, la sindaca di Montebello Ionico rilancia la Strategia aree interne con l’intento di unificare i servizi per dare futuro al comprensorio reggino
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«Il Tribunale ha preso atto di ciò che era già evidente nei fatti. Nessuna scorrettezza, solo la necessità di far ripartire una strategia che rischiava l’immobilismo». Così la sindaca di Montebello Ionico, Maria Foti, commenta l’ordinanza con cui il TAR della Calabria ha rigettato il ricorso del Comune di Bagaladi. Le sue parole non cercano rivincite, ma tracciano un confine netto tra ciò che è stato e ciò che ora occorre affrontare. Perché la vera sfida, per l’area grecanica, comincia adesso.
Montebello Ionico è ufficialmente il nuovo Comune capofila della Strategia Nazionale Aree Interne per l’area grecanica. Lo ha confermato il TAR, rigettando il ricorso del Comune di Bagaladi che aveva impugnato la decisione con cui sei Comuni avevano deliberato il passaggio di testimone. Una sentenza destinata a fare giurisprudenza, ma che soprattutto riconsegna centralità a una governance territoriale che punta ora a recuperare il fattore tempo.
«Abbiamo cercato il dialogo, abbiamo atteso, ci siamo confrontati più volte. Nessuno di noi ha voluto forzare i tempi o imporre decisioni. Ma c'è stato un periodo in cui tutto era fermo, non si programmava nulla, e il rischio era quello di perdere definitivamente i finanziamenti», spiega Foti, che oggi guida l’alleanza dei Comuni che hanno deciso di rilanciare il progetto. «C'è stato un momento in cui ci siamo detti: dobbiamo assumerci una responsabilità. E lo abbiamo fatto».
La sentenza del TAR stabilisce che Bagaladi non ha potuto dimostrare di essere mai stato formalmente designato come capofila del progetto. Al contrario, l'autoconvocazione della maggioranza dei sindaci e le successive delibere dei singoli Comuni sono state ritenute pienamente legittime. «L'assemblea dei sindaci ha parlato. E la sentenza del TAR non fa che confermare il principio secondo cui, quando ci si muove nel rispetto delle regole e con spirito costruttivo, i territori possono decidere il proprio futuro».
Il Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria ha infatti rigettato l’istanza cautelare del Comune di Bagaladi, escludendo l'esistenza di una valida designazione originaria: l'istruttoria collegiale ha accertato che non risulta alcuna delibera formale, né alcun atto che attesti la nomina di Bagaladi a referente dell'area grecanica. Il TAR ha sottolineato inoltre che, anche sul piano procedurale, non vi è stata alcuna violazione delle regole: la convocazione dell'assemblea dei sindaci è stata legittima, è avvenuta tramite PEC, e ha portato a una decisione assunta a maggioranza, in linea con i principi ordinari di funzionamento degli organi collegiali.
Ma se la vicenda giuridica sembra aver trovato una sua definizione, il progetto SNAI è solo all'inizio del suo nuovo corso. «Non possiamo più attuare la strategia come era stata scritta anni fa. Alcuni interventi, come la smart school, oggi non rispondono più alle esigenze originarie: è cambiato il contesto, è cambiato il territorio, e ci sono bisogni diversi. Bisogna ripartire dalla realtà e riprogrammare in modo coerente, perché alcune azioni devono essere assunte entro il 31 dicembre. Altrimenti si perdono le risorse».
Dietro la freddezza dei termini tecnici c'è un'urgenza che brucia: l'area grecanica continua a perdere abitanti, a chiudere scuole, a svuotarsi di servizi. «Come ha affermato in diretta nella vostra emittente il sindaco di Roghudi, Pierpaolo Zavettieri, proprio su questo tema, i dati sono drammatici. Lo spopolamento non si ferma da solo. Bisogna creare occasioni, opportunità, condizioni minime per credere che restare sia possibile».
La sindaca Foti non nasconde la difficoltà della sfida. «Non basterà il progetto SNAI a risolvere tutto, ma è l'unico strumento vero che abbiamo per invertire la rotta. Dobbiamo lavorare molto, ascoltare le comunità, coinvolgere chi qui vive e ci crede ancora. Servono idee, ma anche piedi a terra e mani dentro i problemi. Non si può parlare di rilancio senza parlare di lavoro, di servizi, di sanità. Ci sono borghi senza ambulanze, senza interventi tempestivi, con popolazioni anziane che non hanno riferimenti. Ecco da dove dobbiamo partire».
Nel racconto della sindaca emergono le direttrici su cui si vuole impostare la nuova governance: promozione del territorio, turismo sostenibile, rilancio dei servizi essenziali, nuove forme di ospitalità come gli alberghi diffusi. Ma anche qualcosa di più profondo: la costruzione di una rete istituzionale. «La SNAI non è solo una serie di finanziamenti. È una strategia che prevede l'associazione dei Comuni. Dobbiamo arrivare ad associare le funzioni fondamentali, come la vigilanza e la protezione civile. Solo così potremo superare le carenze strutturali e offrire risposte vere a chi vive qui».
Il passaggio da Bagaladi a Montebello non è stato indolore. Ma oggi, con la conferma del TAR, si chiude una fase. «Ora non ci sono più alibi. Dobbiamo metterci al lavoro, insieme, per dimostrare che questa strategia può davvero servire al territorio. Non per fare numeri, ma per cambiare storie di vita reale».