E’ quanto chiede il consigliere regionale della Casa delle Libertà Giuseppe Mangialavori in un’interrogazione rivolta al consiglio regionale, in cui richiama l’attenzione sulle conseguenze di quanto messo in atto dal provvedimento dello scorso giugno che, mantenendo attivo il presidio lametino per sole sei ore al giorno, lo ha trasformato di fatto in un’emoteca.

Per Mangialavori in questo modo Lamezia non si troverebbe nelle possibilità di fronteggiare le emergenze mediche né il bacino che serve, ovvero circa 150 mila cittadini. Le ripercussioni, sottolinea il politico, potrebbero essere gravissime. «Il centro trasfusionale, non soltanto è presidio sanitario fondamentale per i malati di talassemia, anemia e delle altre patologie ematiche dell’area di riferimento – spiega Mangialavori -  ma assolve anche ad un’indispensabile funzione per le urgenze mediche. Mediante la disposta gestione di tale servizio da parte dell’ospedale ‘Pugliese’ di Catanzaro, l’attività inerente il centro trasfusionale è destinata ad un’inevitabile compressione».


«Per tali ragioni - conclude Mangialavori - urge una modifica di questo provvedimento nella direzione auspicata, che è quella di garantire l’apertura del centro trasfusionale di Lamezia Terme 24 ore su 24, presupposto essenziale per il mantenimento dei servizi già erogati, da tutti riconosciuti come un’eccellenza regionale».


di Tiziana Bagnato