L’assalto alla diligenza si è interrotto. Se fino ai primi giorni di agosto anche in Calabria si sgomitava per farsi spazio nella Lega e farsi notare dai vertici nazionali, oggi lo scenario è dominato da una pesante bonaccia, con le vele del Carroccio che si sono completamente sgonfiate e pendono immobili. Tutto fermo. Si avverte solo il masticare amaro dei militanti ancora increduli per essersi trovati improvvisamente all’opposizione del Pd e dell’ex alleato.

Il potere logora chi non ce l'ha

La campagna di tesseramento che fino a poche settimane fa faceva registrare numeri degni di un partito di sinistra della Prima Repubblica, ora segna il passo. Avere in tasca la card con Alberto da Giussano stampigliato sopra non sembra più tanto attraente adesso che al Viminale non c’è Salvini.
Il potere logora chi non ce l’ha, diceva Andreotti. E oggi i leghisti sono molto logorati, soprattutto in Calabria, dove esprimere pubblicamente il proprio sostegno al partito nato a suo tempo per affermare l’indipendenza della Padania, non è mai stato facile. Ma fin quando si poteva ostentare la guida di fatto del Governo, la forza e l’orgoglio di rivendicare la propria militanza si trovava. Ora è tutto più difficile.

La tessera non fa più gola

Il 22 settembre verranno allestiti nelle piazze della regione i gazebo per promuovere il tesseramento. Un appuntamento che, al contrario delle più recenti aspettative, costringerà i coordinatori locali a mettere la faccia su una situazione che neanche loro comprendono fino in fondo.
Ma prima della “gazebata”, come la definiscono, c’è un'altra scadenza ben più importante per gli equilibri interni: il raduno di Pontida domenica prossima, 15 settembre. Lì, dove tutto è cominciato con l’ostensione dell’ampolla con le acque del Po da parte di Umberto Bossi alla fine del secolo scorso, si torna ogni anno per serrare le fila e dettare l’agenda politica.

Pontida è più lontana

Le delegazioni che giungono anche dal sud Italia sono sempre di più e lo scorso anno si è raggiunto l’acme, con la Lega partito di Governo e Salvini ministro dell’Interno. Oggi, dopo la tempesta perfetta innescata questa estate dalla riviera romagnola, il clima è profondamente cambiato. Tanto che si registrano le prime defezioni. I leghisti di Calabria hanno la consegna di non parlare con la stampa, ma gli umori non si possono celare col semplice silenzio. In molti a Pontida non andranno perché il gioco (e il viaggio) non vale più la candela.

La paura del "papa straniero"

Da queste parti il malumore è crescente. Il commissariamento del coordinamento regionale, affidato al bergamasco Cristian Invernizzi subito dopo le Politiche del 2018, non è stato mai digerito. Non tanto per la popolarità di cui gode l’ex coordinatore, il deputato Domenico Furgiuele, comunque considerato molto divisivo anche prima che venisse rimosso dalla guida del partito in Calabria, quanto per la scarsa attenzione che Invernizzi starebbe riservando alle dinamiche politiche locali. Il partito è diviso in fazioni territoriali e provinciali fortemente contrapposte. Crepe che, invece di ridursi, con il commissariamento sono aumentate.
Il timore dei leghisti calabresi è anche quello di diventare terra di conquista per “papi stranieri”, come il “quasi” eurodeputato Vincenzo Sofo, eletto al Parlamento europeo nella circoscrizione Sud, dopo aver registrato un ampio consenso in Calabria, ma mai andato a Strasburgo perché fa parte dei tre candidati italiani sospesi in attesa dell'insediamento che avverrà all'uscita dei deputati inglesi per la Brexit. Insomma, una carriera politica in stand by che ora guarda con bramosia alle elezioni regionali. Sofo, considerato l’ispiratore della svolta nazionalista della Lega, ma famoso soprattutto per essere il fidanzato di Marion Le Pen, nipote della leader del Front National, non disdegnerebbe la candidatura a presidente della Calabria e a questo sta lavorando con discrezione, rinfoltendo le fila dei cosiddetti “sofisti”; niente a che vedere con la corrente filosofica dell’antica Grecia, solo un gioco di parole per indicare i suoi sostenitori. Ma l’avversione dei militanti della prima ora, quelli costretti a subire anni di ingiurie e sfottò sui social per la loro scelta di sostenere quello che era il partito anti meridionalista per eccellenza e ora delusi dalle incomprensibili mosse del Capitano, è ai massimi livelli.
Un quadro che rende particolarmente importante ciò che accadrà il giorno prima della festa di Pontida. Come da consuetudine, infatti, nelle 24 ore antecedenti, Salvini incontrerà i coordinatori che provengono da tutta Italia. Un faccia a faccia durante il quale anche i calabresi gli chiederanno di mettere le carte in tavola e fare chiarezza su molti punti. Un incontro nel quale si giocherà il futuro prossimo della Lega in Calabria.


Enrico De Girolamo