Maierà, dopo la bufera giudiziaria ora anche l'ombra del dissesto

Mentre il sindaco del comune dell'Alto cosentino è ai domiciliari, la minoranza lancia l'allarme: «Finanze dell'ente a rischio, le nostre proposte non sono state accolte»

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di Francesca  Lagatta
17 aprile 2019
17:45

Nel luglio scorso l'inchiesta "Appalto Amico" spedì in carcere il sindaco di Aieta Gennaro Marsiglia nelle sue vesti di funzionario del settore finanziario per diversi Comuni del Tirreno e ciò accese inevitabilmente i riflettori anche sul Comune di Maierà, guidato da Giacomo De Marco. Ed è infatti proprio da lì che gli investigatori della procura di Paola hanno ricostruito le vicende giudiziarie sfociate nell'operazione "Affari in famiglia", che, il 4 aprile scorso ha portato all'arresto cautelare in carcere del sindaco, indagato però in qualità di imprenditore, e di suo figlio Gino De Marco, anch'egli attivo nel settore dell'edilizia. Da ieri sera entrambi si trovano agli arresti domiciliari, ma per il primo cittadino, sospeso momentaneamente dal suo incarico pubblico, i grattacapi non sono finiti. Secondo il gruppo di minoranza "Un Comune per tutti", l'azione amministrativa di De Marco avrebbe portato l'Ente sull'orlo del dissesto finanziario. È quanto denuncia in queste ore il capogruppo Claudio Felice alla nostra redazione.

Il dissesto finanziario

Il bilancio è stato approvato il 5 aprile scorso, quando il sindaco era già assente, ma secondo Felice le casse comunali potrebbero ben presto ritrovarsi vuote a cause di scelte politiche scellerate. «Il bilancio approvato è privo di qualsiasi programmazione - riferisce il consigliere - e non c'è l'ombra di investimenti che riguardano il futuro della nostra comunità». Una condizione che che metterebbe a serio rischio la crescita e lo sviluppo dei prossimi anni. «Avevamo avanzato delle serie proposte per garantire delle entrate all'ente, ma non sono state accolte». Tra queste, il suggerimento di togliere le agevolazioni sulla prima casa ai residenti "fittizi", che secondo un calcolo sommario porterebbero un introito immediato di circa 20mila euro.


Le residenze fittizie

Secondo quanto riferisce ancora Felice, almeno una cinquantina di residenti nel Comune di Maierà, in totale sono poco più di 1200, in realtà vivrebbe altrove. È una prassi consolidata negli anni (per lo più nei centri balneari del Tirreno) che in tempo di elezioni amministrative frutterebbe centinaia di voti, tanto da risultare in alcuni casi decisiva sull'esito finale. Ma non sembra essere il caso di Maierà. I motivi per cui i vacanzieri scelgono di stabilire la loro residenza in un paesino arroccato sulle colline ai piedi del Pollino, sarebbero da ricercarsi unicamente nelle agevolazioni di tipo economico che vanno, appunto, dalle tasse sulla prima casa fino alle assicurazione dei veicoli. «Non è giusto che però debbano pagare i cittadini che realmente vivono qui e pagano le tasse in modo regolare - ha detto ancora il consigliere -, e da sola l'Irpef non serve a fare giustizia». L'imposta sul reddito, infatti, molto spesso potrebbe risulterebbe falsata proprio in conseguenza della residenza fittizia. Presupposto necessario per richiedere l’iscrizione all’anagrafe è costituito dal fatto di risiedere effettivamente entro un dato Comune, stabilendovi la propria residenza o dimora abituale, ma tale circostanza stride con una documentazione reale riguardante la propria posizione lavorativa. Pertanto, chi sposta la propria residenza altrove risulta molto spesso disoccupato e di conseguenza dichiara un reddito basso.

Un Comune senza guida

«Come gruppo politico - dice ancora - siamo sinceramente dispiaciuti per i problemi giudiziari di De Marco e, pur rispettando a pieno il lavoro della magistratura, ci auguriamo che nelle aule di tribunale potrà dimostrare la sua innocenza». Ma la situazione starebbe creando disagi alla popolazione. «Non ci sentiamo di chiedere le sue dimissioni per una questione di etica e di correttezza, ma se la sua assenza dalle istituzioni dovesse prolungarsi ancora, sarebbe corretto nei confronti dei suoi cittadini, prima di tutto dei suoi votanti, che De Marco si dimettesse per non lasciare in una situazione di stallo un'intera comunità».

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