Il senatore traccia la rotta politica dopo la prima assemblea nazionale del partito di Matteo Renzi e dopo la nomina dei coordinamenti territoriali in vista dei prossimi appuntamenti elettorali
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Il senatore Ernesto Magorno traccia la rotta di Italia Viva dopo la prima Assemblea nazionale del partito di Matteo Renzi che ha avuto luogo a Roma e la nomina dei coordinatori territoriali. Ci saranno le liste renziane ai prossimi appuntamenti elettorali, mentre non ci sarà nessuna preclusione in vista della realizzazione delle prossime alleanze politiche. Neanche nei confronti di Forza Italia.
Dopo la nomina dei coordinatori territoriali quale sarà il percorso di Italia Viva in Calabria?
«Lavoreremo su due coordinate connesse fra di loro: da una parte organizzativa, dall'altra più strettamente politica. Intendiamo strutturarci nei territori provando a creare una rete fra centri urbani e periferie, in modo da diventare punto di riferimento reale per i tanti che già hanno dimostrato attenzione verso Italia viva e intercettare così bisogni e ambizioni della comunità calabrese, che è vasta e diversificata e che intendiamo rappresentare attraverso una organizzazione, un network di persone volenterose e competenti e più momenti di incontro sui territori, per raccogliere istanze e aspettative e rielaborarle in una piattaforma politico-programmatica».
Perché la decisione di non creare un coordinamento regionale?
«La struttura di Italia viva in nessuna regione prevede la presenza di coordinamenti regionali, seguiamo un principio di prossimità al cittadino e non un'organizzazione verticistica».
Ai prossimi appuntamenti elettorali, Reggio Calabria in particolare, ci saranno liste di Italia Viva?
«Sì, stiamo lavorando per partecipare alle prossime elezioni ammnistrative. Saremo presenti alle regionali e anche in Calabria faremo la nostra parte».
Quale lo spazio politico che intende occupare il partito di Renzi?
«Siamo nati per raccogliere una domanda diffusa di politica non estremizzata nelle sue parole e nelle sue azioni, mi riferisco in particolare alla nobile tradizione popolare e riformista che già trova casa oggi all'interno di Italia viva. La polarizzazione dello scontro politico genera una condizione di inagibilità che ha come primi effetti quello di bloccare le istituzioni e renderle incapaci di fornire risposte. Italia Viva nasce per rompere questo schema e mettere in campo un modello di buon governo, di buone pratiche attraverso un programma di riforme e di cambiamenti reali».
Possibile l'appoggio esterno al governo Conte?
«Matteo Renzi è stato molto chiaro: il governo Conte non può essere una continua contesa, un galleggiare tra posizioni spesso inconciliabili. ha l'urgenza, il dovere e la necessità di assolvere alla propria funzione esecutiva. E Italia viva non ha alcuna intenzione di avere un ruolo silente o peggio ancora servente. Il futuro di questo esecutivo dipende dalla capacità di dare risposte ai grandi temi che scuotono l'attualità politica, di alzare un argine vero e politico alle derive populistiche e sovraniste. Basta un poco di sano pragmatismo e buon senso e si potranno fare grandi cose per questo Paese».
Si parla da tempo della possibile costruzione di una area di centro rinnovata di cui italia Viva potrebbe far parte ammiccando a Forza Italia. Lei cosa ne pensa?
«Tra i valori della politica c'è senza dubbio la capacità dinamica, l'evoluzione continua del quadro di riferimento. Né per quel che ci riguarda, esistono steccati e settarismi. La nostra linea è chiara: operiamo in un campo riformista e liberale: coerenti con questi fini maggiore è la partecipazione, più alte sono le chance di efficacia nelle nostre istituzioni».
Avete deciso di non partecipare alle regionali che hanno segnato un nuovo ribaltone dell’elettorato calabrese. Che analisi fa del voto in Calabria?
«La Calabria si riconferma terra dell’alternanza. La vera novità si avrà quando uno schieramento riuscirà a governare per dieci anni, un lasso di tempo minimo e congruo per riuscire ad operare dei cambiamenti reali in una regione complessa come la Calabria. Ciò che colpisce è a prima vista l’alto tasso di astensionismo dei calabresi, che hanno deciso di non decidere, di non esprimere il proprio voto e contribuire così alla vita della Calabria. Questo dato deve farci riflettere perché occorrono degli antidoti a questa disaffezione diffusa, che possono arrivare soltanto da una politica premiante delle competenze e della meritocrazia, e quindi attenta a una fascia generazionale disperatamente in fuga da questa terra. Alla neo presidente e a tutti gli eletti vanno i nostri auguri e a loro assicuriamo un impegno e un controllo vigile e costante».