I posti sono pochissimi e la notizia non può che mettere in allarme i parlamentari uscenti tutti a caccia di una posizione utile
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«Ho deciso di candidarmi in Calabria, seguendo il mio cuore che pulsa tra le colline dell’alto Ionio cosentino». Lirismo a parte, l’annuncio facebook della «calabrese di ritorno» Vittoria Baldino non era nemmeno quotato: nel Movimento regionale tutti sapevano che prima o poi sarebbe arrivato.
Il nome della deputata uscente, eletta per la prima volta nel 2018, in Lazio, circola da settimane e inquieta i parlamentari calabresi, tutti a caccia di una candidatura in posizione utile. Decideranno le Parlamentarie del 16 agosto, anche se, in attesa del regolamento – che dovrebbe essere ufficializzato tra sabato e domenica –, in molti ipotizzano che toccherà al capo politico Giuseppe Conte scegliere i capilista al proporzionale e i candidati nei collegi maggioritari.
In ogni caso, in Calabria i posti al sole sono pochissimi, e nemmeno il passo indietro del coordinatore Massimo Misiti ha allargato gli spazi a disposizione.
Gli sherpa pentastellati sono convinti che, stavolta, il Movimento regionale – lo stesso che nel 2018 spedì in parlamento ben 18 tra deputati e senatori – riuscirà a eleggere solo una o due persone, al massimo tre.
La candidatura di Baldino alle Parlamentarie è quindi vissuto con una certa preoccupazione. Per una ragione, in particolare. A spiegarlo è un grillino di primo piano: «Vittoria punta sul fatto di essere un volto noto a livello nazionale. E in Calabria, su 7mila iscritti, solo mille partecipano attivamente alla vita del Movimento. Gli altri potrebbero votare il nome più conosciuto».
Non mancano le analisi impietose, nelle quali si ipotizza una «fuga» di Baldino dalla sua regione d’adozione: «A Roma non l’avrebbe votata nessuno, ecco perché ci prova qui». Ci sarebbe anche una spiegazione: «In questi anni Vittoria è stata offuscata da Di Battista e dalla Raggi. Tant’è che alle ultime Amministrative della capitale lei è stata l’unica a non fare campagna elettorale. Gli attivisti se la sono legata al dito, e lei lo sa».
Ma Baldino, dopo cinque anni di Montecitorio, non è certo una sprovveduta. Avrebbe infatti già saldato alcune alleanze per tentare di garantirsi il successo alle Parlamentarie tramite «pacchetti di voti». Tutti gli indizi porterebbero al consigliere regionale di Mirto Crosia (Cosenza), Davide Tavernise.
Ai piani alti del Movimento calabrese non hanno dubbi: «Ha sposato il percorso di Baldino. C’è quindi da chiedersi come mai, invece di lavorare al fianco dei parlamentari eletti in questa regione, Tavernise abbia deciso di aiutare una calabrese di ritorno che non si è mai interessata della Calabria. Gli hanno promesso qualcosa?».
Nel suo post, Baldino si dice «onorata e grata» per l’esperienza alla Camera e spiega in che modo intende impegnarsi per la Calabria: «Vorrei contribuire a restituire a tutti quelli come me il diritto di restare nella propria terra e, perché no, il diritto al ritorno».
Tra i commenti, non è passato inosservato quello dello stesso Tavernise: «Si parte, forza Vi!», con tanto di emoticon a forma di cuore. Un messaggio che ha scatenato la reazione di un utente contro il consigliere pentastellato: «Ma non ti vergogni? Non hai educazione e non hai rispetto del tuo ruolo! Un portavoce non può assolutamente fare endorsement. Veramente sei il peggio dei miracolati del Movimento».
E, dopo l’accusa a Tavernise di essere a disposizione del governatore Occhiuto, l’affondo finale: «Cambi idea ogni due giorni facendo la figura del pollo in Consiglio e adesso sostieni questa rapace romana che a casa sua non avrebbe avuto mezza possibilità!». Il commento è stato poi cancellato dal profilo di Baldino. Anche questo la dice lunga sull’atmosfera interna al Movimento calabrese.