Questa mattina una delegazione del Meetup 5 Stelle di Lamezia ha incontrato, presso lo stabile Pensieri&Parole di Capizzaglie, don Giacomo Panizza, le operatrici e gli operatori sociali, nonché i giovani ospiti del progetto SPRAR. L'incontro, da noi voluto, è stato chiesto a don Giacomo per avere l'opportunità di manifestare la nostra solidarietà a tutte le vittime dell'intimidazione da loro subita qualche giorno fa, balzata finanche agli onori delle cronache nazionali, nel TG2, e nei commenti di Giuseppe Giulietti di Articolo 21.

 

Ma, in particolare, la nostra delegazione ha anche voluto manifestare solidarietà a don Giacomo che solo due giorni fa è rimasto vittima di un attacco inaudito e sciagurato, a mezzo stampa, da tre novelle associazioni (mai conosciute prima d'ora) che pretenderebbero di rappresentare il quartiere Capizzaglie. Non abbiamo voluto e non vogliamo alimentare tensioni e polemiche, siamo pacifisti convinti e vogliamo contribuire alla crescita di una coscienza sociale libera e indipendente. Su quanto accaduto il pomeriggio-sera dell'11 agosto scorso, ci siamo già abbondantemente espressi e non vogliamo ritornarci su. Ci limitiamo quindi a dire, in questa sede, che abbiamo voluto dare atto, con il nostro doveroso gesto di cortesia, a don Giacomo che, per noi, egli, col supporto dei suoi collaboratori, rappresenta un orgoglio per Lamezia nella lotta alla mafia, un esempio nell'opera d'accoglienza e recupero sociale. Ma abbiamo anche voluto portare agli amici della Progetto Sud, la testimonianza di un'altra Lamezia che esiste ed è rappresentata dalla stragrande maggioranza di nostri concittadini. Una Lamezia inclusiva, solidale, ma purtroppo ancora oppressa dal malaffare e dalla criminalità organizzata, che ancora deve trovare la forza per reagire, per protestare, per farsi coinvolgere in prima persona, mettendoci la faccia.

 

Noi la faccia l'abbiamo messa, sempre, denunciando tutte le illegalità, difendendo i diritti dei cittadini e la loro dignità. Dal ricorso sull'illegittimo aumento del IMU nel 2013, alla denuncia sulla mancata bonifica dell'ex discarica di Bagni, di giugno scorso, alla denuncia dei casi di razzismo e di xenofobia, fino, da ultimo, alla partecipazione alla mobilitazione contro l'inquinamento atmosferico con fumi nocivi, vengano da Scordovillo, da centrali turbo gas o dall'incenerimento di biomasse. Abbiamo incontrato don Giacomo e tutti i lavoratori del progetto SPRAR per dare loro testimonianza che una realtà di questo tipo esiste e che oggi è impegnata per il risveglio delle coscienze di tutti i cittadini. Lo vogliamo fare insieme agli amici della Comunità Progetto Sud, insieme agli amici del Comitato No alle Centrali Biomasse, lo vogliamo fare con tutte le persone di buona volontà che ancora oggi non hanno trovato il coraggio di reagire ai soprusi, all'illegalità diffusa, alla sottomissione al potente di turno. Don Giacomo non si è fatto intimidire dalle bombe, dai colpi di fucile, dalle minacce di morte, non si farà intimidire dagli insulti e dalle manifestazioni d'odio di una sparuta minoranza diretta da sobillatori esterni. Per noi è un esempio da seguire. Auspichiamo che i Lametini tutti seguano lo stesso esempio. Deve essere l'intera città a riaffermare nei fatti e non a parole di volersi liberare dalle sottomissioni di qualunque genere, economica, politica, sociale; di volersi riappropriare dei propri diritti; di non essere razzista; di volersi opporre alla mafia e a tutte le forme di violenza e di odio.