Archiviata la vittoria di Nicola Zingaretti, almeno nei circoli, nel Pd calabrese è già aria di conta interna. Ringalluzzita dai consensi ottenuti a Catanzaro e, parzialmente, a Reggio Calabria (dove comunque la mozione di Zingaretti è avanti di 16 punti percentuali), è la corrente renziana a serrare le fila e a tentare la spallata al governatore Mario Oliverio.

Del resto lungo l’asse Ernesto MagornoLuca Lotti è stato dato il via libera al commissariamento affidato a Stefano Graziano.

E proprio i due stanno provando in queste ore a dare nuova linfa e forza alla corrente dopo l’indebolimento subito nei mesi scorsi. Ieri sera, proprio mentre fluivano i dati del voto nei circoli, a Soverato Lotti e Magono riunivano a cena al ristorante Macarena Gianluca Cuda, Ernesto Alecci, Antonio Viscomi, Giovanni Puccio e una trentina di amministratori locali. Formalmente per organizzare la mozione di Maurizio Martina in vista delle primarie aperte del prossimo 3 marzo.

 

Ufficiosamente per lavorare ai fianchi la posizione di Mario Oliverio e la sua possibile ricandidatura alle elezioni regionali di fine anno. Il primo passaggio dovrebbe essere quello di portare al congresso regionale la candidatura di Ernesto Alecci, vecchio pallino di Luca Lotti che lo aveva suggerito come nome unitario prima che il Pd venisse commissariato. Questo sarebbe un primo passo per arrivare poi alla candidatura alternativa che potrebbe essere lo stesso Alecci o quello che fu il vice di Oliverio nella sua prima giunta e cioè proprio Antonio Viscomi.

Ovviamente si procederà step by step, ma la sfida è ormai lanciata. E Lotti vuole il massimo impegno sui territori e, non a caso, dopo la giornata di Soverato arriverà a Reggio Calabria dove dovrebbe incontrare il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto.

 

Si capisce, dunque, che l’esito delle primarie del prossimo 3 marzo diventa fondamentale per il futuro del partito e per le prossime regionali. L’area variegata che sostiene Nicola Zingaretti dovrà trovare il modo di ricompattarsi per poter essere maggioranza e resistere all’avanzata renziana. Impresa non facile visto i fermenti che ci sono sui vari territori, a partire da quello di Vibo dove Bruno Censore sostiene Zingaretti ma non Oliverio o a Cosenza dove Carlo Guccione ha ancora parecchi sassolini da levarsi dalle scarpe dopo la sua defenestrazione dall’assessorato al Lavoro.

Si può ipotizzare, dunque, che non mancherà il lavoro per il commissario Graziano e per il vincitore del prossimo congresso nazionale. Vincitore che, secondo i renziani, potrebbe anche non essere Zingaretti. L’obiettivo di corrente è chiaro: contenere Zingaretti sotto il 50% e poi, alla votazione in Assemblea, sommare i consensi di Martina e Giachetti e giocarsela fino alla fine.

 

Riccardo Tripepi