L’opposizione attacca e poi si spacca. Mimmo Tallini ha parlato chiaro durante la conferenza stampa convocata prima dell’ultimo Consiglio regionale: «La mozione di sfiducia non avrebbe senso, i numeri che abbiamo sono questi e non vogliamo certo correre il rischio di ricompattare la maggioranza».

Del resto l’iniziativa del centrodestra in Consiglio, che ha chiesto a gran voce le dimissioni del presidente Mario Oliverio per i tanti fallimenti collezionati a cominciare da quello nella gestione della sanità, ha finito con il fare emergere in tutta la loro evidenza i problemi che Forza Italia ha al suo interno.


In Consiglio, e non è una novità, esistono due opposizioni. Una è quella che ha convocato la conferenza stampa (Parente, Nicolò, Gallo, Orsomarso, Tallini e Pedà) e poi ci sono gli uomini di Gentile (gli ex Ncd) che hanno fatto man bassa dentro Forza Italia negli ultimi mesi e con l’assenza alla conferenza stampa hanno rimarcato con forza la propria e diversa posizione.


Oltre al vicepresidente del Consiglio Pino Gentile, non hanno preso parte all’iniziativa del centrodestra, anche i consiglieri Giovanni Arruzzolo, Baldo Esposito e Nazzareno Salerno. Né si è visto un altro consigliere, che pur rimanendo dentro il gruppo di Fi, è in aperta rottura con il partito: il cosentino Ennio Morrone.


A voler pareggiare definitivamente i conti (fin qui in 6 hanno partecipato alla conferenza e in 5 no) si può aggiungere Vincenzo Pasqua che pure era stato invitato e non è riuscito ad arrivare soltanto per impegni personali. Una posizione molto sfumata quella del consigliere vibonese che, come è noto, però ha idee diverse rispetto a quelle del partito in relazione a temi importanti come, ad esempio, quello sul regionalismo differenziato che sarà in discussione in Consiglio il prossimo 30 gennaio.


Ben più gravi i motivi che hanno portato gli altri consiglieri a non partecipare alla conferenza e che ripropongono con forza la spaccatura interna a Forza Italia quando ormai manca pochissimo alle elezioni europee.


Nonostante le estenuanti trattative in corso da mesi, non si è chiarita la posizione del gruppo che fa capo a Gentile che, dopo aver portato una messe di voti agli azzurri alle ultime politiche, garantendo le elezioni di tanti deputati, è rimasto a bocca asciutta. Sia a livello di incarichi che di posti utili per le prossime elezioni. Anche sul nome del prossimo candidato governatore, che il coordinamento regionale di Forza Italia ha indicato in Mario Occhiuto, i Gentile sono rimasti fuori. Nonostante le rassicurazioni di Antonio Tajani e la proposta di candidare Piero Aiello.


Adesso che ci si accinge a fare sul serio e che l’appuntamento con le urne si avvicina, i Gentile battono un nuovo colpo e differenziano la propria posizione.


Tallini, a precisa domanda, ha risposto: «Gli ex consiglieri di Ncd sono stati praticamente organici al centrosinistra nella prima parte della legislatura. Ultimamente hanno spesso votato con noi ma adesso quasi tutti loro devono chiarire la propria posizione
». Il quasi si riferisce a Giovanni Arruzzolo che, invece, viene dato ormai dentro Fi.


La realtà è che a chiarire dovranno essere i vertici nazionali che, per il momento, hanno preso tempo. Senza una decisione chiara sulla questione, il rischio per gli azzurri è di perdere la gran parte dei voti raccolti alle ultime politiche e di vedersi marginalizzati da Lega e Fdi. Due partiti, quelli di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che non hanno mai fatto mistero di aspettare l’esito delle elezioni europee per ridiscutere alleanze e candidature per le prossime regionali.

 

Riccardo Tripepi