Simona Loizzo ha mal digerito la decisione dei suoi colleghi che, nella giornata di ieri, l’hanno destituita da capogruppo della Lega in Consiglio regionale. Una decisione, quella di Pino Gelardi e Pietro Raso, che l’esponente cosentina del Carroccio definisce senza mezzi termini un «atto di prepotenza».

«Sono in studio con i miei collaboratori – scrive in una nota la Loizzo - quando nel tardo pomeriggio di ieri mi giunge lettera della Regione relativa alla sfiducia come capogruppo a firma dei consiglieri Raso e Gelardi e con l’astensione di Mancuso, avente data 20 dicembre 2022 recante come motivazione la mia assenza dal consiglio per i motivi di impegno parlamentare noti a tutti».

Premettendo che era stata già inviata alla giunta per le elezioni comunicazione relativa alle mie dimissioni dal Consiglio regionale a partire dal 31 dicembre 2022 con lo scopo unico di procedere alla stesura del documento economico di rendicontazione del gruppo Salvini premier, ritengo tale sfiducia a 10 giorni dalle mie dimissioni un atto slegato dai canoni della correttezza formale e strutturale».

«Mai nessuno mi ha informata, né è emersa una spiegazione logica e reale e soprattutto formalmente corretta su tale sfiducia. Vero è che avevo nei consigli regionali precedenti indicata la mia linea su due diverse leggi, poi ritirate, relative alla nomina del consigliere supplente e sulle slot machine; vero è che la seconda legge sarà ripresentata, ma io sono assolutamente contraria alla sua attuazione; vero è che sono responsabile di un emendamento per finanziare un campetto di calcio per i ragazzi di Mirto e che ho avuto i complimenti da un consigliere di minoranza. Vero è che c’era fretta di nominare un capogruppo prima che subentrasse il nuovo consigliere regionale. È vero che non ho mai partecipato a spartizione di poltrone se non per aver indicato una bravissima giovane consigliera leghista alle Pari opportunità, ma a quale di questi accadimenti si lega la sfiducia?».

«La politica vera vola più in alto, sopra la chiacchiera di una stampa che si cimenta a definire bi-poltronista chi prende una sola indennità e lavora e non cazzeggia tra Camera e Regione (ancora non mi è dato sapere fonte di tale affermazione), la politica vera è quella di un consenso largo e imprevedibile sganciato da processi di gestione, la politica vera mi ha regalato grazie alla fiducia di Matteo Salvini la vittoria in 10 mesi per ben 2 volte, suscitando ovvie e comprensibili resistenze».

«La sfiducia di ieri è la mia personale fiducia di oggi verso gli elettori che a migliaia mi chiamano ogni giorno e che mi rendono fortissima nella convinzione che questa disgraziata terra abbia bisogno di essere rappresentata da una politica scevra da grettezza e interessi personali».

«Ringrazio Matteo Salvini per la opportunità concessami di rappresentare la Calabria alla Camera dei deputati dopo averla con onore e dedizione rappresentata come capogruppo alla Regione Calabria. Rinnovo la mia stima e affetto al governatore della Regione Calabria che con le sue straordinarie capacità può guidare il cambiamento e il cambio di passo della politica regionale».

«Preciso che se fossi rimasta in carica fino al 31 dicembre avrei rendicontato il bilancio in attivo con restituzione dei soldi pubblici ai calabresi, di cui sicuramente il nuovo capogruppo si farà carico. Preciso e sottolineo che la mia contrarietà alla legge sulle sale da gioco è in perfetta linea con il governo Meloni, con le dichiarazioni programmatiche sul punto del sottosegretario Alfredo Mantovano. Su questo punto confermo di rappresentare in pieno la linea della lega perché rappresento l'idea che ha il centrodestra sulla materia e che è stata espressa dalla Conferenza episcopale e dalle comunità dì recupero».