La parlamentare grillina ribadisce che Conte rappresenta una figura di riferimento ma che adesso è necessario tirare le somme anche sulla delega ai Servizi. E sulle regionali precisa: «L'alleanza con il Pd non è decisa»
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La deputata reggina del Movimento Cinque Stelle Federica Dieni fornisce un inaspettato assist a Matteo Renzi con le sue valutazioni in ordine alla crisi di maggioranza in atto.
«Nessuno vuole aprire una crisi di governo – dice la rappresentante grillina al Copasir – ma sicuramente, aspettando di capire cosa vorrà davvero fare Matteo Renzi, di sicuro bisogna fare i conti con la necessità di rilanciare l’azione del governo e stabilire un calendario della cose da fare da qui a due anni anche in ordine alla gestione delle risorse in arrivo dall’Europa».
Si arriva, dunque al punto, e cioè il ruolo di Giuseppe Conte da adesso in avanti, sia per quel che riguarda il ruolo di premier che di titolare della delega ai Servizi.
«Anche da questo punto di vista voglio essere chiara: sono stata provocatoria negli scorsi giorni, ma rimango convinta che questa maggioranza abbia una visione comune e possa andare avanti. Conte rimane una figura di riferimento e il mio auspicio è che il suo ruolo non venga messo in discussione. E’ chiaro, però, che la questione che pongo non è di nomi, ma di azione complessiva di governo che deve essere rilanciata e a metà del mandato una verifica ci può stare. Sulla delega, invece, ritengo che in questo momento, a prescindere dalle posizioni di Italia Viva, ci siano delle oggettive difficoltà di gestione».
In buona sostanza Federica Dieni sembra aprire ad un’ipotesi di rimpasto e ad una ridiscussione del ruolo di Conte.
Sul livello regionale, invece, Federica Dieni pur rimettendo la palla ai colleghi che stanno seguendo direttamente le trattative, cioè Alessandro Melicchio e Riccardo Tucci, ha confermato che tutto è ancora da discutere, compresa l’alleanza con il Pd. «L’alleanza non è ancora decisa – ha detto – e come al solito prenderemo le decisioni sulla piattaforma. È chiaro che andare da soli però non agevola considerando anche l’alta soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale calabrese per entrare in Consiglio regionale».
Sminuisce, invece, il senso dell’annullamento delle regionarie. «Con il rinvio delle elezioni regionali stabilito dal presidente della giunta Nino Spirlì non c’era nessuna fretta di procedere alle regionarie. Ci prendiamo più tempo e proviamo ad aprire di più alla partecipazione».