ROMA - Non aveva mai convinto il governo l'approvazione in fretta e furia, hic et nunc, della nuova legge elettorale da parte del consiglio regionale della Calabria. E ieri è arrivata la conferma di quanto annunciato nei giorni scorsi. La norma verrà impugnata dall'esecutivo Renzia dinanzi alla Corte costituzionale.

Le raccomandazioni del governo. Il CDM aveva chiesto delle modifiche all'assemblea guidata dal Presidente Francesco Talarico che non sono mai arrivate. Da qui la scelta di procedere a testa bassa. A trascinare il Governo la proposta di Maria Carmela Lanzetta. L'ex sindaco di Monasterace, in aperto contrasto con il centrodestra alla punta dello stivale, è da tempo in guerra soprattutto con gli ' amici' dell'ex governatore Scopelliti. E qualcuno parla di una vera e propria vendetta politica.  

Gli articoli della "Magna Charta" violati. Chiare le ragioni della scelta di mettere mano al testo approvato dall'Astronave nella seduta dello scorso 3 Giugno. ' Esistono - è stato scritto - disposizioni in contrasto con ben quattro articoli (3, 48, 51, 117) della nostra Costituzione. 

La legge Antigrillina. La legge approvata da Palazzo Campanella dopo la riduzione da 50 a 30 consiglieri regionali, è bene ricordarlo, prevede un'altissima soglia di sbarramento per i partiti non in coalizione che dovranno raggiungere il 15% dei consensi, mentre a quelli coalizzati basterebbe il 4% per entrare in assemblea purchè la coalizione si attesti al 15%. Il testo non consente più il voto disgiunto (governatore di una coalizione, candidato di quella opposta) e non contempla la doppia preferenza di genere.